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Vicenza

Pilota di aereo
a 17 anni: «Sogno
nato sul web»

Riccardo Campanaro ha ottenuto il brevetto di volo all'aeroporto Ferrarin
Riccardo Campanaro, 17 anni, studente del Baronio, ha conseguito il brevetto all'aeroporto Ferrarin di Thiene
Riccardo Campanaro, 17 anni, studente del Baronio, ha conseguito il brevetto all'aeroporto Ferrarin di Thiene
Riccardo Campanaro, 17 anni, studente del Baronio, ha conseguito il brevetto all'aeroporto Ferrarin di Thiene
Riccardo Campanaro, 17 anni, studente del Baronio, ha conseguito il brevetto all'aeroporto Ferrarin di Thiene

VICENZA. Volare oh oh. A 17 anni e qualche settimana Riccardo Campanaro è probabilmente il più giovane pilota di aerei d'Italia. Lo è diventato quattro giorni dopo il suo compleanno, superando l'esame finale di volo all'aeroclub "Ferrarin" di Thiene, classificato come Ato 0080 e dunque riconosciuto come scuola volo in tutta Europa, e conseguendo il brevetto Ppl, private pilot licence. Questo significa che nel blu dipinto di blu può portare chiunque, senza scopo di lucro. «Dovunque. Se vado ad esempio in Germania e voglio farmi un giro in cielo posso farlo tranquillamente. Intanto gli amici si sono già prenotati e presto porterò anche papà Andrea e mamma Eliana. E poi i nonni».

 

Penso che un sogno così non ritorni mai più. In effetti, dopo averlo raccolto dal padre e dai suoi modellini d'aeroplano, Riccardo ha capito presto che tutte le strade lo portavano verso il cielo e le nuvole. «In seconda media ho avuto ben chiaro che avrei trasformato questa passione nella mia vita futura. Attraverso internet sono venuto a sapere che a Forlì c'era un istituto tecnico aeronautico, poi, continuando nella ricerca, ho scoperto l'opportunità del "Baronio" di Vicenza e mi sono iscritto». Dai libri alla cabina di pilotaggio il passo non è stato breve, non fosse altro perché distanze e tempi da San Quirico, frazione di Valdagno sulla strada per Recoaro Terme, si dilatano man mano che si scende verso la pianura.

 

«La mattina mi sveglio presto, alle 5 per andare a scuola e torno nel pomeriggio. Al corso, a Rozzampia, ci andavo 2 volte alla settimana, dalle 20.30 alle 22, per un totale di 100 ore di teoria e 45 di pratica, 35 con l'istruttore a fianco e 10 da solista, ovvero volando da solo». Cosa restava di ogni giorno lo racconta così: «È stato un periodo impegnativo e mi è andata bene che non ho la "morosa" così mi sono potuto concentrare sull'obiettivo».E volavo volavo felice più in alto del sole e ancora più su.I suoi istruttori Gianluca Marchioro e Giorgio Scarso ne sono convinti: Riccardo ha tutto per fare il pilota. Concentrazione, freddezza, padronanza di guida. Persino le phisique du role quando mette la camicia bianca. Lui sorride, però ammette: «Francamente un po' di agitazione l'ho provata anche io. La prima volta che ho volato da solista, il 14 marzo scorso. Oppure quando, sempre da solo, ho volato fino a Trieste. Infine il giorno dell'esame, in cui mi si è rotto uno strumento. Però una volta riparato e partito è passato tutto». Nonno Giordano e nonna Renata se lo coccolano con lo sguardo: «Siamo orgogliosi di lui come pure gli altri nonni Gaetano ed Elena. Ed è bello che abbia continuato il sogno di nostro figlio». Che, al contrario della canzone di Modugno, non è ancora svanito all'alba. Anzi. «Sono indeciso se provare la carriera militare o se prendere il brevetto commerciale. Intanto faccio i test per l'Accademia Aeronautica, a Pozzuoli, poi vedremo gli esiti. Non è facile, le domande sono tante». Un anno, comunque, passa in fretta e per ingannare l'attesa ha già un programma, oltre allo studio: «Andare a castagne, che, come la pizza, mi piacciono tanto, fare snowboard con papà non appena ci sarà neve e continuare a volare». Una musica dolce suonava soltanto per me. Volare oh oh.

Roberto Luciani

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