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Vicenza

Persone scomparse
Sui monti non si
smette di cercare

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Ricerche in montagna
Ricerche in montagna
Ricerche in montagna
Ricerche in montagna

VICENZA. «Chi dimentica cancella, noi non dimentichiamo» recita lo slogan dell’associazione Penelope, nata per tutelare le famiglie che si trovano sole ad affrontare il dramma della scomparsa di un familiare. Storie drammatiche di persone che vengono improvvisamente inghiottite nel nulla. Come Luciano Bizzotto, l’escursionista di Rosà svanito il 6 agosto del 2015 durante un’uscita in montagna in Val di Gares nel Bellunese. Le ricerche ufficiali si sono concluse senza successo, ma di fatto non sono mai state interrotte perché il Soccorso alpino, durante le proprie esercitazioni, esplora ancora quella zona impervia nella speranza di chiudere il cerchio una volta per tutte. «Non è una regola, lo facciamo quando la prefettura ci chiede di farlo - spiega Alberto Barbirato, responsabile del Soccorso alpino delle Prealpi venete -. Procediamo come fosse un addestramento e ne approfittiamo per approfondire le ricerche. Il caso di Bizzotto è uno di quelli seguiti dall’associazione Penelope. In Veneto la onlus è presieduta dalla bassanese Gilda Milani Bianchi. Sabato mattina, la presidente ha partecipato all’intitolazione di un’aula dell’istituto Einaudi di Bassano alla figlia scomparsa, Milena. A margine della cerimonia sono stati diffusi i numeri del fenomeno. Sono 1.576 i veneti inghiotti nel nulla dal 1974 al 30 giugno di quest’anno, mentre sono 58 i corpi ritrovati ma non identificati. I volontari di Penelope non conoscono i dati provinciali e non hanno l’elenco con i nominativi «perché le leggi che ci sono non lo permettono per la tutela della privacy, ma questa cosa complica molto il nostro lavoro perché non possiamo subito dare sostegno ai familiari».

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