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Vicenza

Parco della Pace
C'è il progetto
da 15 milioni

Un rendering del futuro Parco della Pace
Un rendering del futuro Parco della Pace
Un rendering del futuro Parco della Pace
Un rendering del futuro Parco della Pace

VICENZA. Non è un vero e proprio conto alla rovescia, ma poco ci manca. Perché con l’approvazione del progetto preliminare scatta il primo importante ingranaggio che tra pochi mesi dovrebbe mettere in moto la macchina operativa destinata a riconsegnare alla città un polmone verde di 650 mila metri quadrati completamente trasformato. L’esecutivo mette il parco della Pace in rampa di lancio e prova a scandire le prossime tappe: il progetto definitivo-esecutivo entro la fine del mese e la gara per l’assegnazione dei lavori che conta di concludersi entro l’anno. Per iniziare, poi, con ruspe e cantieri a partire dei primi mesi del 2018, quando la maxi-opera da 15,2 milioni comincerà a concretizzarsi.

 

DUE PROGETTI IN UNO. È di poche settimane fa l’ok della giunta al progetto di fattibilità tecnica ed economica che di fatto fonde in un unico documento due progetti preliminari: quello finanziato dalle compensazioni per la base militare che ammontano a 11,5 milioni e l’altro coperto dai contributi statali legati al bando periferie, per un importo di 3,7 milioni di euro. Inoltre, il testo recepisce le osservazioni e le richieste della cittadinanza, dei portatori di interesse, delle associazioni, degli uffici comunali, dell’Unesco e dell’amministrazione stessa. Eccolo qua, messo nero su bianco, il disegno complessivo del grande parco da 60 ettari che occupa la metà orientale dell’ex aeroporto Dal Molin, il cui accesso principale sarà da via Sant’Antonino, con altri ingressi a sud, da viale Ferrarin, e a nord, dalle rive del Bacchiglione. Un sistema che, come indicato dal gruppo di progettazione - Pan Associati, Asprostudio, Its, Franco Zagari e Estudi Marti Franch Arquitectura del Paisatge - si regge su tre sistemi principali: la cosiddetta “Porta est”, il parco e il giardino centrale.

 

I TRE SETTORI. La “Porta est” di fatto è il settore-membrana tra il parco e la città, la cui realizzazione si deve ai finanziamenti del bando periferie: corrisponde ai tre hangar, uno dedicato al museo della storia aviatoria vicentina, dove è previsto l’insediamento di un ristorante, di un bar e di una struttura di accoglienza, un altro costruito come punto di riferimento della creatività e destinato a ospitare mostre, sale prove e luoghi di ritrovo. E un terzo realizzato come grande spazio aperto, senza barriere laterali ma con una vela sovrastante, in grado non solo di fare da collettore di eventi, ma anche di accompagnare i visitatori all’interno dell’area verde. Tutte e tre le strutture, che da sole costeranno circa 2,7 milioni di euro, saranno utilizzabili anche al di fuori degli orari di apertura dell’area perché la recinzione verrà arretrata di alcuni metri, così da svincolarle dal parco. Quest’ultimo costituirà il grosso dell’intervento, per un importo dei lavori pari a oltre 4 milioni di euro. Al suo interno si troveranno leggeri rilievi, un tracciato “blu”, fatto di canali, specchi d’acqua e zone umide. E ancora: prati, boschi, macchie, spazi dedicati all’osservazione della natura, aree adibite ad agricoltura urbana, impianti per attività sportive ed eventi. E infine il giardino, il cuore del parco della Pace, un luogo che avrà «una funzione di centro di accoglienza e di orientamento del pubblico - come si legge nella relazione illustrativa al progetto -, con una grande spiaggia erbosa che si affaccia a ovest su un canale, e con attività di tempo libero, ludiche, conviviali e intime, sperimentali ed espositive, eventi di media e piccola grandezza». Il giardino, precisa l’architetto Claudio Bertorelli di Asprostudio, «risponde al linguaggio della contemporaneità che però recupera stilemi tipici tradizione rurale, in linea rispetto a quanto indicato dall’Unesco che ha richiamato l’importanza che il nuovo parco abbia un forte legame col paesaggio agricolo vicentino».

 

UN’OPERA DI DIFESA. Un parco, che all’occorrenza, farà da bacino di laminazione e in caso di alluvione potrà contenere l’ondata di piena. Le capacità di invaso dell’area verde sono notevoli e sono state messo nero su bianco nel progetto approvato dalla giunta. Complessivamente si parla della possibilità di accumulare oltre 135 mila metri cubi di acqua. Il tutto grazie a laghetti, specchi d’acqua, canali, fossi di guardia, boschi igrofili, aree umide e depressioni che saranno allagabili. Le opere idrauliche sono state suddivise dai progettisti in tre zone del futuro parco della pace: nord, sud-est (con invasi superficiali diffusi nel sottobacino di Sant’Antonino) e sud-ovest. Inoltre, si aggiungerà una piccola arginatura a sud che permetterà di raggiungere un’altezza di 120 centimetri «per andare ad annullarsi verso il centro del parco». Tra le parole e la realtà ora ci sono i tempi dell’approvazione del progetto esecutivo e della gara d’appalto. A conti fatti, il cantiere potrebbe decollare nel giro di sei mesi.

Laura Pilastro

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