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Panama Papers, nell’elenco due vicentini

di Valentino Gonzato
Lo studio legale Jurgen Mossack e Ramon Fonseca di Panama che creava società offshore nei paradisi fiscali di tutto il mondo
Lo studio legale Jurgen Mossack e Ramon Fonseca di Panama che creava società offshore nei paradisi fiscali di tutto il mondo
Lo studio legale Jurgen Mossack e Ramon Fonseca di Panama che creava società offshore nei paradisi fiscali di tutto il mondo
Lo studio legale Jurgen Mossack e Ramon Fonseca di Panama che creava società offshore nei paradisi fiscali di tutto il mondo

Spuntano due vicentini tra le persone coinvolte a livello mondiale nell’inchiesta “Panama Papers”, la più grande fuga di notizie finanziarie della storia che sta facendo tremare i potenti di tutto il globo. Nell’elenco dei primi cento italiani reso noto ieri da L’Espresso compaiono i nomi di Adriano Chimento, 76 anni, fondatore e presidente della Chimento Gioiellieri con sede principale a Grisignano, e di Walter Marin, 54, procacciatore d’affari che da anni si è trasferito nel Sudest asiatico. La lista potrebbe allungarsi nei prossimi giorni, quando il settimanale pubblicherà l’identità di altri connazionali.

L’INCHIESTA. Panama Papers è il nome dato ai milioni di documenti emersi nel corso di un’indagine giornalistica internazionale. Tutto il materiale, dato in mano ai giornalisti da una fonte anonima, riguarda lo studio legale Mossack e Fonseca di Panama, che creava società offshore nei paradisi fiscali del mondo. Nell’indagine sono finite più di 214 mila imprese, riconducibili a persone che risiedono in circa 200 Paesi. Tra loro ci sono leader politici, reali, magnati della finanza, imprenditori, divi del cinema e sportivi: da Putin a Cameron, da Messi a Platini. I clienti italiani censiti nella banca dati dello studio panamense sono 800. I nomi più altisonanti sono quelli di Luca Cordero di Montezemolo e dello stilista Valentino. In molti casi, però, le azioni delle società sono al portatore e così non è possibile risalire al reale beneficiario. Una premessa è però d’obbligo: avere un conto corrente o una società offshore non è illegale se lo si comunica nella dichiarazione dei redditi, e l’inchiesta non si occupa di questo aspetto della vicenda.

I VICENTINI. «Non so nemmeno dove sia Panama. Abbiamo dei clienti, ma sicuramente non una società o interessi in quel posto», ha detto ieri al telefono Mario Chimento, figlio di Adriano. Il nome del fondatore dell’omonima e storica industria orafa, nata nel 1964 e attualmente in liquidazione per preservare il patrimonio aziendale in attesa di possibili operazioni con l’obiettivo di rilanciare l’attività, è tra i primi cento svelati. Anche nel 2008 Chimento era finito in un’indagine su presunti conti correnti in una banca del Liechtenstein, ma poi era stato scagionato dalle accuse di evasione fiscale che gli erano state mosse. L’altro vicentino citato nelle carte panamensi è invece molto meno conosciuto rispetto al capostipite di una delle più importanti dinastie dell’oreficeria: Walter Marin. Di lui si sa poco o nulla: risulta essere procacciatore d’affari per i Paesi esteri di prodotti di elettronica. «Da quello che ne so abita in Asia da molto, forse a Hong Kong», afferma l’avvocato Roberto Quintavalle. Che nel 2013 lo aveva difeso in tribunale: Marin era stato accusato dalla ex moglie di non pagarle l’assegno mensile, ma poi la donna aveva ritirato la querela. «Non lo vedo da allora, non so di cosa si occupi e perché sia stato tirato in ballo in questa inchiesta», conclude il legale.

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