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Vicenza

Non era un cliente
della prostituta
Ora vuole i danni

Una prostituta in attesa di clienti lungo la strada
Una prostituta in attesa di clienti lungo la strada
Una prostituta in attesa di clienti lungo la strada
Una prostituta in attesa di clienti lungo la strada

Ad ascoltare la sua versione, che per i giudici è assolutamente credibile, questa vicenda gli ha rovinato la vita. Ha perso un affare importante, si è sentito vittima di un’ingiustizia, ha perso fiducia in se stesso e i famigliari lo hanno guardato a lungo con sospetto. Per questo vuole chiedere i danni, per quello che ritiene un errore colossale compiuto ai suoi danni. «Non stavo andando a prostitute, ne ho vista una a margine della strada e le ho chiesto un’informazione in quel momento per me importantissima». Eppure, ritenendo che fosse un cliente della lucciola, era stato multato dalle forze dell’ordine con 500 euro.

L’AGENTE DI COMMERCIO. Involontario protagonista di una vicenda surreale è stato Andrea, 34 anni, residente nel Bassanese, che lavorava all’epoca come rappresentante (oggi, dopo un periodo a casa, è stato assunto come operaio). Una sera di luglio di tre anni fa aveva fissato un appuntamento in città, in un ristorante della zona di Ponte Alto, con due clienti veronesi, per chiudere un affare importante. La cena era alle 21.30 e Andrea arrivò trafelato. Non conosceva bene la zona, e non aveva con sè il navigatore satellitare. Era in ritardo, e non trovando il locale iniziò a chiamare al telefono i clienti, i quali, però, già all’interno del ristorante, evidentemente non sentivano gli squilli. Di fatto, dopo aver girato avanti e indietro, temendo di far spazientire i veronesi, Andrea - è il suo racconto - vide a margine della strada, in viale San Lazzaro, una giovane in minigonna.

LA PROSTITUTA. Quella ragazza era una lucciola. Andrea ha spiegato di essersi accostato e di aver abbassato il finestrino. Lei, evidentemente, pensava ad un cliente. Lui invece spiegò subito che non era il sesso a pagamento a interessarlo, ma un’informazione: dov’era quel ristorante. Lei, in modo sommario, glielo indicò e lui ripartì alla volta del locale. Quando giunse nel parcheggio i due veronesi, che nel frattempo lo avevano richiamato, erano usciti nel parcheggio. Neanche il tempo per Andrea di spegnere il motore che era giunta una pattuglia; le divise lo avevano fermato e identificato, e avevano compilato un verbale da 500 euro per aver contrattato una prestazione sessuale con una prostituta; all’epoca lo vietava un’ordinanza del sindaco. Andrea restò di sasso, la cena fu annullata, l’affare sfumò, e il bassanese cambiò lavoro.

LA CASSAZIONE. Andrea presentò ricorso al giudice di pace, che però confermò la sanzione sulla scorta del verbale. Non così la quarta sezione penale della Cassazione, che ha annullato la sanzione. Per i giudici supremi, infatti, è onere della pattuglia dimostrare che Andrea stava contrattando una prestazione sessuale. Non può essere dato per assodato che chiunque viene visto interloquire con una lucciola lo stia facendo; la versione dei fatti fornita dal vicentino è credibile, perché c’erano i due veronesi che lo stavano aspettando. Andrea canta vittoria, ma per lui non basta: assistito dall’avv. Niccolini, vuole promuovere una causa civile per chiedere un risarcimento per un errore che ha pagato a caro prezzo.

Diego Neri

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