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Museo d’arte al torrione
C’è l’ok alla Fondazione
«Tra 30 anni al Comune»

Il torrione diventerà un museo d’arte contemporanea: sarà gestito da una Fondazione
Il torrione diventerà un museo d’arte contemporanea: sarà gestito da una Fondazione
Il torrione diventerà un museo d’arte contemporanea: sarà gestito da una Fondazione
Il torrione diventerà un museo d’arte contemporanea: sarà gestito da una Fondazione

«Penso di portare una bella notizia: con questo accordo il torrione diventa di proprietà del Comune di Vicenza. Punto». Achille Variati ci mette la faccia e la firma. Per la prima volta, dopo mesi di discussioni senza esclusioni di colpi e con una bufera che si è abbattuta anche sulla sua maggioranza, il sindaco sale sulla fortezza. Lo fa con le parole ma soprattutto con una decisione, prevista ma non per questo destinata a passare indenne: vale a dire la decisione di non esercitare il diritto di prelazione per l’immobile di porta Castello e la scelta, invece, di siglare un accordo con il privato Antonio Coppola per la costituzione della Fondazione «destinata a restituire questo patrimonio a tutta la città», assicura il sindaco che aggiunge: «Farò una passeggiata tornando a casa; guarderò quel torrione che svetta e dirò “Che bello è del Comune”; anzi, sarà; perché sarà il Consiglio comunale a ratificare questo accordo». E “sarà”, perché il Comune diventerà pieno proprietario solo nel 2048.

L’ACCORDO. Eccola qui la parola fine sulla telenovela; o meglio, sul «tormentone», come lo ha definito Variati. Ieri, all’ora di pranzo, la giunta ha mollato definitivamente la possibilità di acquistare il bene e ha preferito accettare la proposta irrevocabile presentata (e costruita insieme) da Coppola. «Un’intesa - assicura il primo cittadino - che non prevede l’acquisto dell’immobile: quella possibilità era più semplice ma poi noi, con i nostri bilanci, avremmo fatto fatica a far vivere quel patrimonio d’arte. No, questo accordo blindato, raggiunto grazie a un mecenate, segna un’operazione straordinaria a livello nazionale. È un esempio che farà scuola». E che consiste nella cessione della nuda proprietà al Comune da parte della Osteon srl (di cui Coppola è amministratore unico) che a sua volta vende l’usufrutto trentennale alla Fondazione creata ad hoc che si occuperà, tramite lo stesso imprenditore privato, della gestione ricavando un museo di arte contemporanea, e accollandosi i costi di manutenzione ordinaria e straordinaria dell’immobile. «Decorsi i 30 anni - si legge nel documento - l’usofrutto si estinguerà e il Comune diverrà pieno proprietario del torrione».

CLAUSOLE E UTILIZZI. L’accordo «pioneristico», come lo definisce l’assessore Michela Cavalieri mette nero su bianco clausole e garanzie. Da una parte si specifica che «qualora gli impegni non vengano rispettati entro il 31 dicembre o al massimo entro il 28 febbraio» la società Osteon «si impegna a cedere al Comune il torrione». Dall’altra parte il privato assicura in primis di «organizzare visite private gratuite già entro l’autunno», ricorda il vicesindaco Jacopo Bulgarini d’Elci, e poi, in quanto Fondazione, garantirà «120 giorni di apertura più 15 gratuiti per studenti, l’esposizione su 4-5 livelli di artisti internazionali contemporanei, una mostra provvisoria all’anno di artisti italiani o stranieri, di farsi carico dei costi delle mostre, di indire ogni tre anni un premio internazionale di arte contemporanea per giovani artisti».

LE REAZIONI. Dopo i dati oggettivi, si passa ai commenti. «Ho letto tante sciocchezze - dichiara Bulgarini d’Elci - a proposito anche dei costi. Chi è all’origine del fallimento di una società e quindi alla vendita del bene ci viene a dare lezioni sulla gestione di un museo». «C’è stato un grande dibattito - afferma Variati - e sono contento. Nessuno sta imbrogliando la città. Coppola è più di un mecenate; è una figura eccezionale». Ed è lui a intervenire in commissione nel pomeriggio. «Posso garantire - afferma non senza qualche interruzione - che non ci sono fini personali e che non metterò il logo della mia azienda sulle mostre. Ho aderito a questo accordo perché mi piace condividere la mia passione per l’arte. Vi do un consiglio: incoraggiate persone come me, non allontanatele».

Nicola Negrin

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