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Vicenza

Multato in Jaguar
Si inventa
clonazione targa

Un modello di Jaguar Xf come quella dell’imputato. ARCHIVIO
Un modello di Jaguar Xf come quella dell’imputato. ARCHIVIO
Un modello di Jaguar Xf come quella dell’imputato. ARCHIVIO
Un modello di Jaguar Xf come quella dell’imputato. ARCHIVIO

Una Jaguar da almeno 50 mila euro, una multa contestata, una denuncia per clonazione e un processo. Sono i contorni di una singolare vicenda giudiziaria, che vede suo malgrado protagonista un imprenditore vicentino, che si riteneva vittima e invece si ritrova imputato. Il pubblico ministero Parolin, infatti, dopo aver chiuso le indagini, ha citato a giudizio Edoardo Amedeo Antonino Deliperi, 60 anni, residente a Isola. Assistito dall’avv. Mario Grassani, Deliperi dovrà presentarsi in aula nelle prossime settimane per difendersi dall’accusa di simulazione di reato.

LA MULTA. I fatti contestati risalgono al giugno di tre anni fa. Deliperi, socio di maggioranza della ditta “Proteges srl” di Thiene a cui la Jaguar Xf 2.200 è intestata, aveva ricevuto una multa dai vigili urbani di Treviso. Con l’autovelox, sostenevano di averlo pizzicato lungo la statale 53 a velocità eccessiva. Quando aveva visto la multa, il vicentino si era arrabbiato e si era presentato dai carabinieri per sporgere denuncia.

«NON ERO IO». «L’autovettura è usata solamente da me», aveva spiegato in caserma, «e mi trovavo a Milano per lavoro» quella mattina. Deliperi ha riferito di aver contattato i vigili urbani trevigiani, e di essersi fatto mandare la foto della berlina. «Non era la mia Jaguar», e aveva elencato le differenze fra le due vetture. Di qui la conclusione: la targa era stata clonata, e per questo sporgeva denuncia. Nei giorni successivi la polizia locale aveva annullato la sanzione in autotutela.

LE INDAGINI. Per cercare di far luce sulla possibile clonazione, la procura aveva affidato l’inchiesta ai detective della polizia stradale di Vicenza, e in particolare alla squadra di polizia giudiziaria. Gli agenti avevano scoperto che sulla Jaguar di Deliperi era montato il telepass, e che quest’ultimo era entrato quella mattina in autostrada a Treviso ed era uscito a Vicenza ovest. L’imprenditore non era quindi, con ogni probabilità, a Milano. Per questo il vicentino era stato risentito, e aveva spiegato che quella mattina era atterrato all’aeroporto di Treviso alle 8.05. Ragion per cui alle 8.14, orario dell’infrazione, non era lui a sfrecciare lungo la statale. Possibile ci fossero due Jaguar in zona negli stessi orari, e con la stessa targa?

L’ALTRA MULTA. Un anno prima, a Deliperi era arrivata un’altra multa analoga dai vigili urbani trevigiani; e l’aveva pagata. La Jaguar immortalata era la stessa dell’ultima foto, quella del giugno 2013. Quando gli agenti hanno infine scoperto, grazie ai controlli compiuti con la polizia di frontiera, che il volo era atterrato alle 7.55 e non alle 8.05, hanno denunciato l’imprenditore. Sì, perchè hanno accertato che il tratto dall’aeroporto al punto in cui era posizionato l’autovelox è di 9 chilometri, e si percorre in 9 minuti. Per cui l’imprenditore aveva fatto in tempo a scendere dall’aereo, ritirare il bagaglio, andare a prendere la macchina e, pigiando sull’acceleratore, viaggiare verso casa. Se la Jaguar della ditta era leggermente diversa da quella fotografata questo poteva dipendere anche da una modifica compiuta in carrozzeria prima di sporgere denuncia. Ma si tratta di un’ipotesi: per gli inquirenti, appare verificato che la targa non era stata clonata, o meglio che quella multata era la Jaguar del vicentino. Se ne discuterà a lungo in aula, perché Deliperi è pronto a dare battaglia.

Diego Neri

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