<img height="1" width="1" style="display:none" src="https://www.facebook.com/tr?id=336576148106696&amp;ev=PageView&amp;noscript=1">
Vicenza

Molesta al lavoro
addetta alle pulizie
Ora inflitti 30 mesi

Un'addetta alle pulizie
Un'addetta alle pulizie
Un'addetta alle pulizie
Un'addetta alle pulizie

VICENZA.  Avere palpeggiato, sopra i vestiti, la donna delle pulizie impiegata nella sua azienda e averla leggermente ferita mentre cercava di fuggire dal suo ufficio è costato a Orfeo Nogara, 51 anni, imprenditore di Zugliano, due anni e 8 mesi di reclusione. Sentenza pronunciata ieri dal giudice Barbara Maria Trenti che, nel computo della pena, ha riconosciuto la tenuità del fatto. La procura aveva domandato 2 anni e tre mesi. L’imputato, assistito dall’avvocato Anna Silvia Zanini, aveva chiesto e ottenuto di essere processato con il rito abbreviato, che in caso di condanna consente lo sconto di un terzo della pena. Nell’inchiesta coordinata dal pubblico ministero Paolo Fietta, l’imprenditore era finito a giudizio dovendo rispondere di violenza sessuale (nell’ipotesi lieve delle molestie) e lesioni. La vittima, una vicentina di 37 anni, costituitasi parte civile con l’avvocato Nicola Mele ha chiesto un risarcimento di 15 mila euro.

DUE VERSIONI OPPOSTE. Nel corso del dibattimento sono emerse due versioni completamente contrasti dell’episodio. La donna delle pulizie aveva lamentato il comportamento definito «vergognoso» dell’imprenditore, che aveva allungato le mani sul suo corpo, e che l’avrebbe anche ferita mentre cercava di scappare a quelle avances. L’imputato aveva invece replicato che, dopo una battuta di troppo, aveva letteralmente sbattuto fuori dall’ufficio la donna, che aveva così subito lesioni. L’episodio in base a quanto ricostruito dalla procura era avvenuto il 23 luglio di due anni fa quando la colf aveva sporto denuncia per le molestie e le lesioni ricevute da Nogara, titolare della ditta di Sandrigo in cui era impiegata per effettuare le pulizie. Dopo quell’avvenimento la 37enne aveva raccontato di avere continuato a vivere in un vero e proprio incubo e che dopo due anni dall’accaduto è ancora in un cura da uno specialista che la sta seguendo a causa del trauma psicologico riportato. Le lesioni fisiche, inveve, sono guarite in un paio di settimane in base alla prognosi dell’ospedale. Stando all’accusa, l’imprenditore - mentre lei stava facendo le pulizie negli uffici della ditta - si sarebbe abbassato la cerniera dei pantaloni e avrebbe allungato le mani nelle parti intime; lei era scappata in un’altra stanza, lui l’aveva raggiunta e toccata nuovamente. Lei era fuggita e lui, per trattenerla, l’aveva ferita a un braccio.

LE REAZIONI. «Quella inflitta al mio assistito è una condanna assolutamente sproporzionata - osserva l’avvocato Zanini - specie se parliamo di un giudizio con il rito abbreviato». Parole che già preannunciano il ricorso in appello. «L’appello è assolutamente scontato - conclude il legale -. E in quella sede dimostreremo l’assoluta estraneità del signor Nogara, in merito ai fatti che gli sono stati contestati. Non c’è mai stata alcuna violenza sessuale».

Matteo Bernardini

Suggerimenti