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Vicenza

Medici antivaccini
rischiano
la radiazione

I medici che sconsigliano i vaccini possono incorrere in sanzioni
I medici che sconsigliano i vaccini possono incorrere in sanzioni
I medici che sconsigliano i vaccini possono incorrere in sanzioni
I medici che sconsigliano i vaccini possono incorrere in sanzioni

Vaccinazioni. La Federazione nazionale degli Ordini dei medici passa decisamente all’attacco e presenta un documento approvato all’unanimità a Roma dal consiglio nazionale in cui non solo si schiera con chiarezza, ma stigmatizza i camici bianchi obiettori, che, in un prossimo futuro, potrebbero davvero rischiare grosso. «Il consiglio di non vaccinarsi, se fornito al pubblico con qualsiasi mezzo – spiega il segretario Luigi Conte - costituisce infrazione deontologica, e può portare a sanzioni fino alla radiazione».

D’accordo su questa linea anche la segretaria dell’Ordine dei medici di Vicenza Eleonora Benetti, che è pure pediatra di libera scelta: «Ogni ordine provinciale ha la sua autonomia, e si valuta caso per caso. Ci sono condizioni predisponenti che possono indurre a ritardare la vaccinazione. Ma i vaccini vanno sempre promossi. Sono un atto di sanità pubblica che ha salvato e salva migliaia di bambini. Noi pediatri convenzionati incoraggiamo i genitori, facciamo opera di convincimento, ma purtroppo qualcuno, specie nel campo dell’omeopatia, non lo fa, e aumentano i rifiuti».

È la prima volta che, a livello nazionale, il massimo organo di rappresentanza dei medici prende posizione così netta. E una ragione c’è. Continua a crescere il fronte anti-vaccini con conseguenze pericolose. In Italia il tasso di adesione alle vaccinazioni dei bambini diminuisce di un punto l’anno, un trend peggiore di quello dell’Europa dell’Est. Le regioni dove la flessione è più consistente sono Marche, Abruzzo, Valle d’Aosta e, nel caso del morbillo, anche la Puglia.

Il Veneto non sta meglio. Alcune Ulss soffrono di più, altre di meno. Anche da noi, nell’Ulss 6, ci sono aree più tutelate e altre che pagano dazio. E a stare peggio è la parte est, nei Comuni che gravitano attorno a Sandrigo. I dati sono lo specchio di questo malessere vaccinale che vede anche Vicenza in zona pericolo. Secondo il ministero della salute, il calo riguarda soprattutto i vaccini trivalenti contro morbillo, parotite e rosolia, la cui copertura è arrivata al 86,6%, 4 punti in meno rispetto all’anno precedente. Percentuali ancora più in deficit per il cosiddetto vaccino trivalente contro morbillo, parotite e rosolia. Dati addirittura più negativi a Vicenza. Per la prima vaccinazione, che si dovrebbe fare al terzo mese di vita con richiamo al quinto, la percentuale nel 2015 è scesa sotto il 90 per cento, ben oltre la barriera a rischio. Per la trivalente, da effettuare fra il 13° e il 15° mese, l'asticella è ormai all’86 per cento. Resistenze anche per la vaccinazione contro la meningite, che si ferma anch'essa sotto il 90 per cento. Sempre in ambito nazionale si registra un preoccupante regresso, siamo al 94,6%, pure nei vaccini dei bambini fino a 2 anni per polio, tetano, difterite, epatite B e pertosse. Il dato è sotto il livello minimo previsto dal Piano nazionale di prevenzione vaccinale. E scendere sotto questa soglia significa aumentare il rischio che bambini non vaccinati si ammalino, che esplodano epidemie contagiose e ricompaiano malattie che si pensava cancellate per sempre. Nell’Ulss 5 Ovest Vicentino, nel 2010 la copertura per il tetano era del 98% ma nel 2015 è scesa al 93,8%; così l’epatite B è calata di quattro punti nello stesso periodo, dal 97,5% al 93,5; la copertura contro la varicella è precipitata dal 96,3% al 90%.

Insomma vaccinazioni in caduta libera. Sono sempre più numerosi i genitori che non fanno vaccinare i loro figli. Crescono i no attorno ai vaccini e i predicatori, i guru, anche nella classe medica. Recente il caso del professionista trevigiano, segnalato all’Ordine dei medici della Marca, che avrebbe scoraggiato alcune famiglie a svolgere la copertura vaccinale. E ciò che non fa la paura lo fa la disinformazione imperante sul web, un contagio virale schizofrenico, figlio di internet e social, che diffonde leggende metropolitane e bufale, come la presunta correlazione tra il vaccino trivalente e l’aumento dei casi d’autismo. Una situazione che ha indotto, ora, la Federazione degli Ordini dei medici a schierarsi con forza.

Franco Pepe

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