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Marzotto: «Patti chiari: Ieg in Borsa»

Sono più di 1.500 i brand che saranno presenti da domani nei padiglioni della Fiera, per un 40 per cento di espositori internazionali provenienti da più di 35 PaesiMatteo Marzotto è vicepresidente esecutivo di Ieg
Sono più di 1.500 i brand che saranno presenti da domani nei padiglioni della Fiera, per un 40 per cento di espositori internazionali provenienti da più di 35 PaesiMatteo Marzotto è vicepresidente esecutivo di Ieg
Sono più di 1.500 i brand che saranno presenti da domani nei padiglioni della Fiera, per un 40 per cento di espositori internazionali provenienti da più di 35 PaesiMatteo Marzotto è vicepresidente esecutivo di Ieg
Sono più di 1.500 i brand che saranno presenti da domani nei padiglioni della Fiera, per un 40 per cento di espositori internazionali provenienti da più di 35 PaesiMatteo Marzotto è vicepresidente esecutivo di Ieg

Marino Smiderle Domani parte VicenzaOro ma a luccicare sono le scintille al vertice. La “latitanza” di Matteo Marzotto e Corrado Facco alla presentazione dei risultati di bilancio del 2017 e l’ammissione da parte del presidente, Lorenzo Cagnoni, della presenza di alcune divergenze («Non ci baciamo tutte le mattine, in Ieg ci possono essere dei contrasti, delle differenze di opinione») ha sorpreso i soci vicentini. E pure il vicepresidente esecutivo. Cosa è successo tra lei e Cagnoni? Davvero non ho capito cosa è successo - risponde Marzotto -. Io i baci li do alla mia fidanzata, Nora, non certo al presidente Cagnoni. Comprensibile. Però qualche mal di pancia c’è. Né lei, né il direttore generale, Facco, eravate a Rimini. Come si spiega questa tensione? Ripeto, non so a cosa si riferisse Cagnoni. Non nascondo una certa sorpresa nel non essere stato invitato a prendere parte alla conferenza stampa di presentazione dei dati di bilancio, peraltro ottimi. E domani parte VicenzaOro... Certo, la manifestazione forse più importante tra quelle organizzate da Ieg. Di sicuro ha contribuito ai positivi risultati del 2017 che, vale la pena di ricordare, sono stati raggiunti grazie al lavoro di tutto il team. Potranno esserci conseguenze a queste esternazioni del presidente? Chiederà chiarimenti? Considero la sua uscita una forzatura evitabile. Piuttosto voglio capire se ha in mente di cambiare qualcosa nella strategia della società. A cosa si riferisce? Io ho la delega per seguire il processo di quotazione in Borsa e l’operazione è stata condivisa in toto dai soci di Vicenza e di Rimini. Dalle dichiarazioni rilasciate dal presidente questa priorità mi sembra essere tornata in discussione. Cagnoni ha parlato di uno studio di fattibilità per fare entrare in Ieg anche Bologna. Può essere che la quotazioni arrivi dopo? In Cda dell’integrazione con Bologna non si è mai parlato. Eventualmente, anche per l’interesse degli attuali soci, prima si dovrebbe procedere con la quotazione, considerato anche l’ottimo momento dei mercati, e poi allargare la compagine sociale. Non sono mica divergenze di poco conto... Infatti non erano divergenze. Ho appreso di questo diverso approccio solo leggendo le dichiarazioni sui giornali. Non ha potuto esprimersi l’altro giorno a Rimini, lo faccia adesso: come valuta i risultati del bilancio Ieg del 2017? Il lavoro di tutto il team, a partire da Facco, managing director, che è qualcosa di più di direttore generale, è stato eccellente. Il livello raggiunto da fatturato e reddito operativo lo dimostra. I soci vicentini aspettavano la definizione e l’approvazione del piano industriale: 35 milioni di investimenti previsti per il quartiere fieristico berico sono sufficienti? Il piano prevede anche la possibilità di salire ancora, nel caso i soci vicentini decidessero di lasciare i dividendi in società. Comunque, già con la decisione di demolire il padiglione della chiocciola e rifarne una nuovo dimostra che Vicenza ha fatto un affare a entrare in Ieg. Come volevasi dimostrare. Anche se la partecipazione è scesa al 19%? Con la quotazione in Borsa i soci vicentini potrebbero decidere di scendere ancora, ma potrebbero monetizzare parte dell’investimento e tenere una quota con la sicurezza che Ieg non abbandonerà mai la città. E se prima si fonde con Bologna? In questo caso la diluizione sarebbe preoccupante. Prima ci si deve quotare. • © RIPRODUZIONE RISERVATA

Marino Smiderle

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