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Vicenza

Mancano presidi
Una scuola su tre
avrà la reggenza

Il Lampertico è tra gli istituti superiori scoperti
Il Lampertico è tra gli istituti superiori scoperti
Il Lampertico è tra gli istituti superiori scoperti
Il Lampertico è tra gli istituti superiori scoperti

Più di un terzo delle scuole vicentine, 40 su 117, sono rimaste scoperte dopo trasferimenti e pensionamenti dei dirigenti scolastici. Ai presidi delle altre 77 l’Ufficio scolastico regionale ha inviato un modulo dove indicare entro mercoledì cinque sedi per la reggenza, che in caso contrario verrà assegnata d’ufficio. La situazione più gravosa riguarda i 7 istituti sottodimensionati, che hanno meno di 600 alunni in pianura e 400 in montagna: perderanno anche il direttore dei servizi generali (l’ex-segretario), attribuito in reggenza.

«È auspicabile che preside e direttore arrivino dalla stessa scuola, ma non per questo è automatico, perché bisogna guardare la disponibilità dei diretti interessati», osserva il segretario provinciale dello Snals, Doriano Zordan. E se nessuno sceglierà una sede, l’incarico verrà conferito d’ufficio da Venezia su indicazione dell’ufficio scolastico provinciale. La carenza di presidi non è dovuta tanto al numero di coloro che andranno in pensione da settembre, ma agli effetti dell’ultimo concorso. «Si sono presentati diversi candidati di una certa età che, una volta entrati in ruolo, non appena raggiunto il termine ultimo per la pensione sono scappati in seguito alle difficoltà nel gestire gli istituti di competenza. Ora si attende il bando del prossimo concorso, ma dovrà avere criteri selettivi diversi: i nuovi presidi vanno valutati sotto l’aspetto psico-attitudinale. Finora è stata premiata gente che non aveva magari fatto nemmeno un giorno da collaboratore o da vicario, privilegiando la memoria rispetto all’esperienza. E il modo migliore per mettere in grande difficoltà le scuole è quello di darle in reggenza per anni. Va creato un meccanismo nel quale ogni scuola abbia il proprio capo di istituto. Era preferibile il meccanismo del preside incaricato, perché consentiva di verificare le capacità del docente che faceva domanda».

Un altro capitolo riguarda la chiamata diretta dei docenti da parte dei dirigenti scolastici in agosto. Un’innovazione che in realtà non interessa moltissimi docenti, ma solo coloro che sono entrati nella fase B e C del potenziato e quelli trasferiti nella fase interprovinciale e non nel primo ambito assegnato. Senza scordare che chi chiede l’assegnazione provvisoria bypassa la chiamata diretta con il ricongiungimento al coniuge nel comune di residenza. «Questo a causa della 104. Una legge assai caotica - sottolinea Zordan -. C’è già una proroga al 15 settembre delle operazioni rispetto al termine del 31 agosto. Ciò lascia presagire che tutti gli insegnanti saranno al loro posto solo a fine settembre, a lezioni iniziate da tre settimane». Nei giorni scorsi il provveditorato ha ripubblicato il nuovo organico potenziato, con la variazione di una trentina di posti nelle classi di concorso, perché il ministero ha imposto di riassorbire gli esuberi e creare i posti per coloro che sono entrati in ruolo. «Con l’unico scopo di non sforare l’organico complessivo nazionale che prevede un tetto di 600 mila docenti più 55 mila di potenziato. Nel Vicentino abbiamo perso oltre mille alunni e dal 2017 si prevedono nuovi accorpamenti dopo quello tra l’ormai ex-comprensivo 8 e l’uno in città».

Andrea Lazzari

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