<img height="1" width="1" style="display:none" src="https://www.facebook.com/tr?id=336576148106696&amp;ev=PageView&amp;noscript=1">
Il caso dell’hotel Adele

M5s e business
migranti, Di Maio:
«È tutto legale»

Il deputato Luigi Di Maio, esponente di rilievo del Movimento 5 stelle, all’arrivo ieri a Sarego. MASSIGNAN
Il deputato Luigi Di Maio, esponente di rilievo del Movimento 5 stelle, all’arrivo ieri a Sarego. MASSIGNAN
Il deputato Luigi Di Maio, esponente di rilievo del Movimento 5 stelle, all’arrivo ieri a Sarego. MASSIGNAN
Il deputato Luigi Di Maio, esponente di rilievo del Movimento 5 stelle, all’arrivo ieri a Sarego. MASSIGNAN

SAREGO. Luigi Di Maio arriva nel Vicentino nei giorni in cui tiene banco il caso del consigliere comunale grillino di Marostica che gestisce l’hotel Adele, hub degli immigrati in città. «Non c’è niente di illegale», dice subito il leader del Movimento Cinque Stelle. Tuttavia aggiunge: «Il problema è la legge, che va modificata e se i cittadini ci manderanno al governo lo faremo». È il primo pomeriggio di ieri quando Di Maio arriva da Verona a Sarego, che per i Cinque Stelle non è un posto come un altro. «Provo sempre molta emozione quando vengo qui, perché questo è stato il primo Comune in Italia ad eleggere un nostro sindaco, del quale siamo orgogliosissimi per il suo modo di governare». Il sindaco in questione è Roberto Castiglion, che è in campagna elettorale perché l’11 giugno si vota e lui è in corsa per il secondo mandato.

L’arrivo di Di Maio, che nella sala civica di via Valle parla del problema dei Pfas davanti a centocinquanta persone, serve anche a lanciargli la volata. Ma non appena l’uomo forte dei Cinque Stelle scende dall’auto, elegante in un completo blu, la prima domanda alla quale deve rispondere è quella sul caso-migranti esploso a Vicenza. Tutto nasce dalla scoperta che Gedorem Andreatta, consigliere a Marostica e già candidato sindaco, è alla guida di una società che ha incassato 2,8 milioni di euro con il business degli immigrati e che gestisce anche l’hotel Adele. Nulla di illegale, come ricorda anche Di Maio, ma la polemica politica, con annessa l’accusa di doppiopesismo e di predicare bene e razzolare male, scoppia ugualmente. Il motivo è presto detto e chiama in causa proprio Di Maio per questa sua recente dichiarazione: «Lo Stato tolga ai privati il business dell’accoglienza dei migranti». Inevitabile, dunque, chiedergli spiegazioni. Lui risponde così: «Non c’è nulla di illegale. Il problema è che la legge va cambiata e se i cittadini ci vorranno al governo fermeremo il business sull’immigrazione. Non è possibile che sull’accoglienza, che ci costa 5 miliardi di euro l’anno, ci debba essere anche una sorta di industria che riguarda le attività private. Quindi, se andremo al governo, chiunque si dovesse trovare a gestire questi centri – avverte – deve sapere che si ritroverà con uno Stato che farà i rimpatri e che chi ha il diritto di stare qui deve essere ospitato in strutture dello Stato».

Chiuso questo capitolo, si passa ai Pfas, ma c’è spazio anche per un accenno tutto politico. Con Di Maio, considerato il più accreditato a vestire i panni dell’aspirante premier, che detta i tempi e annuncia: «A settembre individueremo il capo della squadra di governo, poi passeremo ai ministri. Il programma invece sarà pronto prima, entro fine luglio termineremo le consultazioni sulla piattaforma Rousseau». Come verrà scelto questo candidato premier? «Non c’è ancora un metodo, lo individueremo a breve». E se sarà lui lo si capirà anche questo a breve.

Roberta Labruna

Suggerimenti