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Lavoro e sicurezza
Incidenti in calo
ma sono più gravi

I soccorsi dopo un infortunio sul lavoro:  sono in calo, ma più gravi
I soccorsi dopo un infortunio sul lavoro: sono in calo, ma più gravi
I soccorsi dopo un infortunio sul lavoro:  sono in calo, ma più gravi
I soccorsi dopo un infortunio sul lavoro: sono in calo, ma più gravi

Se il tema degli infortuni sul lavoro nelle ultime settimane ha registrato molte tragedie, tutte avvenute nel settore agricolo, che in alcuni casi non rientra nelle categorie governate dalle strette normative che tutelano la sicurezza, per gli altri settori il trend è in positivo. Diminuisce il numero degli incidenti sul lavoro, ma aumentano quelli gravi, principalmente concentrati nel comparto manifatturiero. A dirlo sono i dati raccolti dallo Spisal dall’Ulss 6. La tendenza potrebbe indurre all’ottimismo, ma gli esperti sottolineano che la guardia deve restare alzata, rinforzando la prevenzione e l’informazione. Il punto sugli incidenti avvenuti nel 2015 registra un calo del 6 per cento rispetto al 2014. Lo Spisal si augura che il 2016 possa chiudersi con un’ulteriore riduzione del 5 per cento, dimezzando così il numero totale di infortuni rispetto a quelli registrati nel 2007.

I SETTORI. Alla diminuzione degli infortuni concorrono tutti i settori produttivi, ma in percentuali diverse: dalla metalmeccanica (meno 10) all’edilizia (meno 15), poi l’agricoltura (meno 10), la siderurgica e l’industria chimica (meno 7) per finire con i servizi (meno 3). «L’obiettivo primario dello Spisal - sottolinea il direttore generale dell’Ulss 6, Giovanni Pavesi - non è quello di sanzionare le aziende, ma di lavorare insieme per la prevenzione, instaurando una stretta collaborazione».

PIÙ INCIDENTI GRAVI. La diminuzione degli incidenti è comunque segnata dall’aumento di quelli con prognosi superiori ai 20 giorni. «Un impegno sul quale restiamo fortemente focalizzati è il contatto con le aziende - precisa Celestino Piz, direttore dello Spisal -. Se i numeri assoluti evidenziano una tendenza favorevole, dobbiamo registrare un incremento degli infortuni più gravi: nel 2014 sono stati 274, contro i 311 dello scorso anno». Il 39 per cento si sono registrati nel reparto manifatturiero (121 casi, 48 solo nel metalmeccanico) seguito dalle costruzioni (38), agricoltura (35), trasporto e magazzinaggio (23).

LAVORATORI A RISCHIO. Oltre alla distinzione di genere (nel 2015 la maggioranza degli infortuni ha coinvolto uomini), fa riflettere il fatto che sono aumentati gli incidenti gravi che hanno avuto per vittime degli immigrati (79 casi su 311 nel 2015, contro i 52 del 2014). Un dato non proporzionale al “peso” effettivo degli stranieri sul totale dei lavoratori, ma probabilmente influenzato sia da fattori oggettivi, come la loro presenza più elevata nei lavori a rischio, sia soggettivi, come le maggiori difficoltà linguistiche nel comprendere le indicazioni e una minor cultura alla sicurezza.

I FATTORI DI RISCHIO. Nel 2015, il 27 per cento si è infortunato seguendo una procedura errata (19 casi); lo stesso numero di incidenti è stato causato da condizioni sfavorevoli dell’ambiente di lavoro, mentre il 17 per cento per protezioni mancanti. Infine ci sono gli atti imprudenti dei lavoratori: sono stati rilevati nel 39 per cento degli infortuni gravi. Dato che negli ultimi anni è aumentato mediamente di dieci punti percentuali, partendo dal 25 per cento del 2011. «Alla luce di questo - conclude lo Spisal - si deve sottolineare la rilevanza della formazione, e più in generale delle attività mirate a promuovere una cultura della prevenzione tra gli operatori di tutte le categorie».

Francesca Cavedagna

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