<img height="1" width="1" style="display:none" src="https://www.facebook.com/tr?id=336576148106696&amp;ev=PageView&amp;noscript=1">

La Tav supera l’esame
Maxi parco rimandato

L’Alta velocità passa l’esame, il Parco della Pace viene rimandato. La seconda parte del sondaggio realizzato da YouTrend per Il Giornale di Vicenza testa il giudizio dei vicentini sulle grandi opere, sulle priorità dell’amministrazione comunale e sui temi di più stretta attualità, dalla Tav all’immigrazione. Dopo la prima puntata, pubblicata una settimana fa e dedicata agli scenari più squisitamente politici, alla vigilia di una stagione ad alta intensità tra le primarie del centrosinistra, le elezioni politiche e le elezioni amministrative, in primo piano ora ci sono i profili della città di oggi e della città di domani.

L’indagine - vale la pena di ricordarlo - è stata realizzata tra il 7 e l’8 novembre intervistando 755 vicentini individuati tra i maggiorenni residenti nel capoluogo. Uno dei temi più caldi e divisivi misurati dai ricercatori di YouTrend è certamente la mobilità. Alla domanda sull’operato dell’amministrazione Variati rispetto ai principali settori della vita cittadina, la gestione di traffico e mobilità viene giudicata positivamente dal 53 per cento degli intervistati: per il 51,8 per cento palazzo Trissino ha operato abbastanza bene, per l’1,3 per cento ha operato molto bene.

Il progetto che avrà la maggiore influenza sul sistema dei trasporti e della viabilità nei prossimi 15 anni sarà lo sviluppo del pacchetto di opere connesse al passaggio dell’Alta velocità attraverso Vicenza: un’operazione da 805 milioni di euro. Non soltanto il polo della stazione ferroviaria verrà completamente trasformato, ma verranno rivoluzionati anche l’ingresso est e l’ingresso ovest al capoluogo, con nuovi viadotti, rotatorie, piste ciclabili, con l’arrivo del filobus, con la costruzione di nuove aree di sosta. Di fronte alla scelta se salire o meno su questo treno, i vicentini non hanno dubbi.

Più della metà degli intervistati approva il progetto che sarà discusso in consiglio comunale nelle prossime settimane. Per la precisione, il 47,1 per cento ritiene che il progetto «sia abbastanza positivo per la città», mentre il 16,6 per cento ritiene «sia molto positivo». Il 17,7 per cento lo considera abbastanza negativo, il 18,6 per cento lo bolla come molto negativo, mentre il restante 9,6 per cento sostiene di non saperne abbastanza per farsi un’opinione.

Molto più tiepidi si mostrano i vicentini sul Parco della Pace. Non suscita entusiasmi, infatti, la realizzazione di una vasta area verde attrezzata sui 65 ettari che si estendono sul lato est dell’aeroporto, risparmiato dalla costruzione della base americana. È possibile che sconti il retaggio del dibattito molto polarizzato e ideologizzato sulla caserma Del Din, che tra il 2006 e il 2008 divise la città. E probabilmente paga anche le scorie del tempo che passa (dieci anni) e della lunga gestazione della bonifica bellica e della progettazione. E dunque più della metà degli intervistati, pari al 56,7 per cento, considera il progetto del parco «una cosa positiva, anche se il suo mantenimento impiegherà risorse ingenti che sarebbe stato meglio impiegare altrimenti». Tradotto: ci sarebbero altre priorità. Il 28,7 per cento ritiene il parco «una cosa positiva, che creerà la più grande infrastruttura ambientale e naturalistica della zona». Per il 14,7 per cento, invece, è «una cosa negativa: il parco non dovrebbe essere fatto e i soldi spesi in altra maniera». Non è quindi una bocciatura, ma nemmeno una promozione a pieni voti. Il Parco della Pace è quantomeno rimandato al giorno del taglio del nastro: da lì in avanti dovrà dimostrare di essere sostenibile, parola magica in epoca di vacche magre.

Gian Marco Mancassola

Suggerimenti