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L'analisi

La Regione sui Pfas
«Nessuna criticità
negli alimenti»

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Frutta e verdura sono alcuni degli alimenti monitorati
Frutta e verdura sono alcuni degli alimenti monitorati
Frutta e verdura sono alcuni degli alimenti monitorati
Frutta e verdura sono alcuni degli alimenti monitorati

 

VICENZA. «La presente stima del contributo dei singoli alimenti all’esposizione a Pfos e Pfoa in rapporto agli attuali TDI, limiti cautelativi per l’esposizione cronica, stabiliti da Efsa, (Ente Europeo per la Sicurezza Alimentare con sede a Parma), non ha messo in evidenza criticità sotto il profilo della sicurezza alimentare. Tale stima verrà perfezionata quando i dati sui consumi alimentari locali, raccolti nel contesto del biomonitoraggio attualmente in corso saranno disponibili».

 

È questo il passaggio chiave delle conclusioni a cui è giunto il Piano di monitoraggio degli alimenti in relazione alla contaminazione da sostanze perfluoroalchiliche (Pfas) in alcuni ambiti della Regione del Veneto, realizzato e valutato dall’Istituto Superiore di Sanità, in accordo con la Regione, e in collaborazione con l’Istituto Zooprofilattico delle Venezie e l’Arpav, presentato oggi a Venezia dai tecnici dell’Iss Umberto Agrimi e Paolo Stacchini, alla presenza dell’Assessore alla Sanità della Regione Luca Coletto e dei tecnici regionali dei settori sanità, ambiente e agricoltura.

 

«L’Iss e tutti i tecnici che hanno prodotto questo imponente studio - ha detto Coletto - hanno fatto un grande lavoro. Gli esiti sono tranquillizzanti e fanno giustizia degli allarmismi e di qualche fake news che hanno accompagnato l’intera vicenda».

 

Complessivamente, sono stati prelevati 614 campioni di alimenti di origine vegetale e 634 campioni di alimenti di origine animale. Nelle considerazioni finali della ricerca si legge che «nel corso delle attività analitiche non sono emerse evidenze che rendessero necessaria l’adozione di misure di intervento in itinere»; che «i livelli di contaminazione riscontrati nelle specie ittiche di cattura, campionati nell’ultima fase del piano di monitoraggio, hanno suggerito l’opportunità di individuare misure di carattere precauzionale». 

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