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Vicenza

La precedenza
ignorata: il caso
di viale D’Alviano

Emergenza sicurezza per i pedoni in viale D’Alviano. COLORFOTO
Emergenza sicurezza per i pedoni in viale D’Alviano. COLORFOTO
Prove di attraversamento in viale Mazzini e viale D'Alviano (Carollo)

VICENZA. L’auto rallenta fino a fermarsi, quindi attende il passaggio del pedone, per poi ripartire. È quanto accade, come abbiamo potuto notare eseguendo una prova sul campo, in corrispondenza di un attraversamento pedonale rialzato all’imbocco di viale Mazzini, provenendo da viale Trento. Gli automobilisti, in questo caso, si rivelano dunque rispettosi nei confronti dell’utenza debole, rappresentata appunto da pedoni e ciclisti.

Non si può dire lo stesso, però, in altre zone della città, dove si registrano comportamenti ben diversi. Uno di questi punti critici si trova, ad esempio, lungo viale d’Alviano, a poche centinaia di metri, a dir la verità, dall’attraversamento “rispettato” dagli automobilisti.

In base ad un’ulteriore prova, infatti, all’altezza delle “zebre” dopo l’intersezione con via Bacchiglione, procedendo in direzione dell’ospedale San Bortolo, un pedone ha qualche difficoltà a passare dall’altra parte della carreggiata. Prima che i veicoli si fermino per lasciar passare la persona intenzionata ad attraversare, infatti, passano diversi minuti e almeno tre o quattro veicoli, peraltro a velocità rilevanti. Potere della banchina rialzata, dunque. Sì, perchè la differenza tra i due attraversamenti è proprio questa: in viale Mazzini le “zebre” corrono su una sede di cemento più alta, rispetto al fondo stradale, mentre in viale D’Alviano ciò non accade e le strisce pedonali sono tracciate semplicemente sull’asfalto. È facile pensare, d’altronde, come i veicoli siano più portati a rallentare, fino a fermarsi per lasciar passare i pedoni, quando si trovano di fronte ad una differenza di livello, in altezza, rispetto alla sede sulla quale stanno viaggiando, come avviene in viale Mazzini. Tutto al contrario di quanto accade in viale D’Alviano: qui, infatti, le strisce pedonali tagliano un rettilineo e gli automobilisti, già invogliati a percorrere il tratto a tutta velocità, non sono di certo portati a rallentare di fronte ad un attraversamento a raso.

In effetti, la sicurezza degli utenti deboli della strada, in viale D’Alviano, si configura come un nervo scoperto per la città. Negli ultimi due mesi, infatti, la strada è stata teatro di ben due incidenti mortali. Gli episodi hanno coinvolto due ciclisti, i quali, in due casi distinti, hanno trovato la morte dopo essere stati investiti alla rotatoria di Porta San Bortolo. La questione è finita anche in Consiglio comunale, con una domanda d’attualità nella quale i consiglieri di minoranza del Nuovo Centrodestra Lucio Zoppello e Dino Nani hanno chiesto all’Amministrazione «quali provvedimenti intenda adottare al fine di garantire la sicurezza degli utenti più deboli, pedoni e ciclisti». In precedenza, l’assessore alla progettazione Antonio Dalla Pozza si era detto intenzionato ad aumentare gli attraversamenti pedonali lungo il viale, realizzandone quattro in 200 metri.

Matteo Carollo

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