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«La Liberazione oggi è pace e accoglienza»

La bandiera dell’Europa mostrata dal consigliere Giancarlo Pesce
La bandiera dell’Europa mostrata dal consigliere Giancarlo Pesce
La bandiera dell’Europa mostrata dal consigliere Giancarlo Pesce
La bandiera dell’Europa mostrata dal consigliere Giancarlo Pesce

Il ricordo di partigiani e combattenti, l’eredità dei valori della Resistenza, l’aggancio all’attualità: dall’Europa ai più recenti venti di guerra dall’avanzata dei nazionalismi fino all’esodo dei migranti. Eccoli i temi riecheggiati da piazza dei Signori, dove ieri mattina è andata in scena la festa della Liberazione, davanti a circa 400 vicentini (pochi i giovani avvistati) assiepati dietro le transenne. Da una parte l’apparato sempre uguale della cerimonia, tra labari della associazioni combattentistiche, il gonfalone della Provincia di Vicenza, gli onori alla bandiera del Comune decorata di due medaglie d’oro al valore militare e l’onore ai Caduti; dall’altra i messaggi lanciati dai microfoni del palco delle autorità, dal sindaco Achille Variati e dal presidente dell’Anpi Danilo Andriollo, che hanno declinato il significato del 25 aprile sulle emergenze di oggi. Una su tutte: il fenomeno migratorio. Con il primo cittadino e presidente della Provincia che dopo aver ringraziato «i colleghi sindaci che aprono le porte a questi fratelli dell’umanità», ha strigliato chi «purtroppo ancora non lo fa», guadagnandosi l’applauso del pubblico.

LA CERIMONIA. Un’ora e mezza di cerimonia, aperta dalla banda di Povolaro, sotto un cielo coperto ma clemente. Piazza dei Signori si colora in pochi minuti di sigle e bandiere: a sventolare non solo il tricolore ma anche l’Europa, l’arcobaleno della pace, la Cgil, l’Anpi e i partiti politici, come il Pd e Rifondazione comunista. Sul palco delle autorità la giunta è quasi al completo, ma il Consiglio comunale vede presenti soltanto esponenti della maggioranza, se si esclude Dino Nani. Ma ci pensa Achille Variati a sgombrare il campo dalle polemiche: «Considerare il 25 aprile come un terreno di scontro è un grande errore, dev’essere una festa inclusiva», esordisce il sindaco che ricorda i numeri di chi nel Vicentino «ha combattuto dalla parte giusta: 2.607 caduti, 1.504 deportati e internati».

IL TEMA DEI MIGRANTI. Il loro sacrificio è un insegnamento di libertà contro i mali odierni, come «i pregiudizi e l’estremismo religioso», perché «anche a casa nostra, è inaccettabile che a un giovane straniero sia impedito di integrarsi, è una sottrazione di libertà». Come lo è, continua Variati, «arrivare a conclusioni sommarie nell’ambito del riconoscimento della protezione internazionale ai migranti». A questo proposito, il sindaco ha ricordato come sia necessario «garantire una rigorosa analisi delle storie personali, per riconoscere lo status a chi ne ha davvero diritto». Libertà è anche accoglienza secondo Variati che esprime rammarico per i sindaci che ancora «sbarrano le porte a questi disgraziati». Gli fa eco Andriollo, cui è affidata l’orazione ufficiale: «Nessun muro o filo spinato, nemmeno le cannoniere che qualcuno evoca per bloccare una presunta, inesistente invasione, riusciranno a fermare chi vuole raggiungere luoghi dove offrire futuro ai propri figli».

Laura Pilastro

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