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Il caso

La gara degli aghi
Zaia: «Ispettori
al San Bortolo»

Scandalo in pronto soccorso: sulla gara degli aghi ingaggiata via Whatsapp da due medici e sei infermieri interviene il governatore Luca Zaia, che porterà tutte le carte in procura e invierà al San Bortolo gli ispettori regionali. Gara solo virtuale per scherzare sulla chat “Gli amici di Maria” o una sfida reale con gli aghi o i cateteri infilati nelle vene dei pazienti senza indicazione medica per fare più punti e decretare la vittoria in un folle match fra medici e infermieri? Zaia è ancora furente, ma è determinato ad andare fino in fondo, e ha già attivato provvedimenti.

Presidente, quali sono stati i suoi primi sentimenti quando ha appreso di questa vicenda?

Di sbigottimento, di stupore, di rabbia. Sono rimasto allibito. Se confermata rivelerebbe uno spaccato inquietante che non può non mettere paura ai pazienti.

Ne sapeva qualcosa?

Assolutamente nulla. Ho letto tutto sul vostro giornale.

Ora cosa farà?

Io non sono giustizialista ma sono per la verità. È doverosa e fondamentale la difesa del paziente ma è pure doveroso e fondamentale garantire la rispettabilità e l'onorabilità di chi lavora. Per questo bisogna fare chiarezza millimetrica su ciò che è veramente accaduto.

E sul piano concreto?

Ho già mandato, attraverso l'avvocatura regionale, una nota alla procura della Repubblica di Vicenza, facendo presente che ci mettiamo a completa disposizione. Solo la procura potrà chiarire fino in fondo i lati oscuri di questa vicenda. Poi ho chiamato il direttore generale dell'Ulss Pavesi per cominciare a capire. Subito dopo ho incaricato il nostro direttore generale Mantoan di mandare gli ispettori regionali a Vicenza e di acquisire tutti gli atti interni riguardanti questo caso.

Che cosa si aspetta?

Che si faccia la massima chiarezza garantendo tutte le tutele necessarie Non si deve trascurare nulla. Qui le soluzioni sono due, ma è anche ciò che pensa la gente.

Cioè?

O nessuno si è comportato male e allora bisogna capire cosa sia successo, o i medici e gli infermieri coinvolti in questa storia sono colpevoli, e allora non si può lasciarli andare con una pacca sulla spalla ma si applicano le misure più severe che la legge prevede, si danno punizioni esemplari. Nessuna indulgenza.

Insomma, l'indagine riparte da adesso.

Da subito. Ripeto, di questa storia non sapevo assolutamente nulla e fino ad ora non ho visto nessuna carta. Ripeto: ho appreso tutto dal vostro giornale. Questa è l'occasione per fare chiarezza anche perché ci sono di mezzo dipendenti di un'Ulss. Esiste pure un registro di carico e scarico delle cannule. Andremo a verificare quale uso se ne è fatto nel giorno di questa gara vera o presunta. Non devono restare ombre. Non ne voglio neppure una. Fatti del genere provocano giustamente preoccupazione. Seguirò tutto in prima persona per rispetto ai cittadini.

Massima trasparenza, dunque.

Lo dobbiamo ai veneti e ai vicentini.

Presidente, queste cose che sono gravi anche e soprattutto sotto l'aspetto etico, finiscono poi quasi sempre, per una somma di garantismi, a tarallucci e vino. Sanzioni minime, se non proprio assoluzioni, e nessuno poi se ne ricorda. Perché, trattandosi di personale del servizio sanitario regionale, non inserire nel pdl 23 una norma che punti a reprimere trasgressioni come questa?

Ma c'è già una legge chiarissima che stabilisce reati e sanzioni. Basta applicarla. Se fossi venuto a conoscenza prima di questa vicenda, che mi dicono vada avanti da mesi, sarei andato subito in silenzio in procura, sarebbero partite le indagini e, se fossero emerse responsabilità, avremmo chiuso subito il cerchio.

Franco Pepe

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