<img height="1" width="1" style="display:none" src="https://www.facebook.com/tr?id=336576148106696&amp;ev=PageView&amp;noscript=1">
Vicenza

La gara degli aghi
Al via le ispezioni
«Fare chiarezza»

Sono attesi oggi gli ispettori regionali inviati per fare chiarezza sulla gara degli aghi al pronto soccorso
Sono attesi oggi gli ispettori regionali inviati per fare chiarezza sulla gara degli aghi al pronto soccorso
Sono attesi oggi gli ispettori regionali inviati per fare chiarezza sulla gara degli aghi al pronto soccorso
Sono attesi oggi gli ispettori regionali inviati per fare chiarezza sulla gara degli aghi al pronto soccorso

Arrivano oggi al San Bortolo gli ispettori regionali spediti a Vicenza dal governatore Luca Zaia che promette tolleranza zero sugli eventuali responsabili dello scandalo degli aghi al pronto soccorso. Li guiderà il capo del servizio di vigilanza del Consiglio di palazzo Ferro-Fini Stefano Danieli. Gli 007 veneziani hanno il mandato di fare luce sugli sconcertanti episodi accaduti nel reparto di prima linea dell'ospedale diretto dal primario Vincenzo Riboni, dalla chat degli Amici di Maria a chi, in una gara di cui non esistono prove documentali, riusciva a infilare cannule da brividi nelle vene dei pazienti, fino alle foto raccapriccianti e macabre, scattate durante i turni di servizio, sui corpi straziati di vittime di incidenti stradali ridotti a grumi di sangue e ad arti mutilati. Immagini che, come ha precisato ieri l'Ulss, «non sono state acquisite dall'ufficio legale nel corso del procedimento disciplinare», ma sono reali come dichiarato e messo a verbale nel corso della riunione fra il primario Vincenzo Riboni e i follower della chat.

Gli ispettori dovranno investigare attorno a fatti, fra goliardia, bullismo ed esibizionismo, che vedono protagonisti due medici e sei infermieri, in una vicenda che, sul fronte disciplinare, l'Ulss ha chiuso con due blandi provvedimenti, una censura e un rimprovero. L'ordine di Zaia, che al rapporto umano con i pazienti in pronto soccorso tiene da sempre in modo particolare, è di accertare la veridicità della sfida all'ultimo ago, presunta quanto folle, che dalla sequenza serrata degli sms scambiati dagli Amici della confraternita delle cannule, tutti giovanotti e ragazze in camice bianco appena sopra i 30 anni i medici e sotto i 28 gli infermieri, sembrerebbe del tutto realistica. Ma l'indagine, voluta dal governatore, si estenderà anche ai comportamenti etici di operatori che dovrebbero aver presente ogni momento il codice deontologico. Resta ancora da capire, invece, se da Roma arriveranno gli ispettori del ministero della salute. Anche ieri la vicepresidente della commissione affari sociali della Camera Daniela Sbrollini ha sollecitato il ministro Beatrice Lorenzin a disporre una trasferta ispettiva a Vicenza. «Ho la massima fiducia nel lavoro del primario Riboni – spiega Sbrollini – e il suo impegno clinico e morale va tutelato». Intanto, una mini-delegazione composta dal direttore sanitario Simona Bellometti, dal direttore medico Romina Cazzaro e da un'altra componente della direzione, Anna Modenese, ha portato “solidarietà” agli infermieri del triage e ai medici del pronto soccorso. «Spero – ha risposto il viceprimario Francesco Corà alla Bellometti – che queste cose servano a riportare la situazione entro i binari della buona pratica clinica».

«Nella mia vita – ha aggiunto il dott. Corà – non avevo visto mai nulla di simile. I problemi in pronto soccorso sono altri. Ho cercato sempre di imparare per rispondere ai bisogni dei pazienti. Questo non è il posto dove si gioca. Bisogna essere seri e responsabili. Il primario Riboni ci ha insegnato a comportarci con questa dirittura professionale e morale». Sempre ieri si è riunita al San Bortolo la Rsu aziendale sotto la regia del coordinatore Bonifacio Dal Bianco. L'organismo, che riunisce le rappresentanze sindacali del San Bortolo, ha approvato un documento. Due, in particolare, prendendo spunto dalla vicenda del pronto soccorso, le raccomandazioni: la prima rivolta all'Amministrazione «perché si abbia un occhio di riguardo verso coloro che ogni giorno lavorano in silenzio con senso del dovere all'interno dell'azienda», e la seconda indirizzata a tutti i dipendenti «perché si faccia attenzione a un utilizzo disinvolto del telefonino nell'orario di lavoro per evitare interpretazioni incontrollabili».

Franco Pepe

Suggerimenti