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Vicenza

La campagna
“Meno alcol”
si fa social

La app studiata per la campagna “Meno alcol più gusto” dell’Ulss 8
La app studiata per la campagna “Meno alcol più gusto” dell’Ulss 8
La app studiata per la campagna “Meno alcol più gusto” dell’Ulss 8
La app studiata per la campagna “Meno alcol più gusto” dell’Ulss 8

VICENZA. Ora c’è anche l’app. “Meno alcol più gusto”, la campagna con cui da 15 anni l’Ulss invita a un “uso educato” di tutto ciò che fa grado, si evolve e, dopo aver adottato il mondo dei social, si digitalizza. Basta scaricare dal web l’app Layar, puntare lo smartphone sulle locandine create per la stagione 2017, ed ecco l’effetto speciale. Il camaleonte dai vari colori, raffigurato nella locandina, si anima e lancia profili didascalici. Fil rouge, appunto, il rettile squamato che cambia colore per esprimere uno stato emotivo, mostra occhi “alieni” e indipendenti, e si distingue per i sorprendenti cicli vitali.

Il camaleonte è abbinato allo slogan “E quindi bevi per darti un tono?”. Un messaggio che, giocando sulla sottile ambivalenza del termine “tono”, fra variazione cromatica e umore, intercetta un dato emblematico del mondo giovanile, quello di mimetizzarsi adattandosi ai modelli del gruppo. Le conseguenze, ovviamente, sono diverse, e si potranno scoprire guardando il display del telefonino: chi beve per “sciogliersi”, chi per aumentare il proprio appeal sessuale, chi ancora per essere più friendly e performante.

Tante ragioni per bere quanti sono i colori del camaleonte, con un finale paradossale che fa sorridere e riflettere. Ecco il camaleonte verde quasi astemio, il rosso festaiolo, il viola bulletto conquistatore, il giallo affamato di originalità. Insomma, è tutto pronto per il lancio della nuova campagna che non vuole demonizzare l’alcol in una provincia in cui la produzione di prodotti vinicoli e liquori è anche motore di economia, ma che cerca di condurre a una maggiore consapevolezza attorno a una molecola pericolosa che in Italia coinvolge 30 milioni di persone contro, ad esempio, i 3 milioni e mezzo di habitués dello spinello. Le derive come iniziazioni precoci, bevitori seriali, sbornie del sabato sera, binge drinking, dilagano e preoccupano. Da questo il progetto di prevenzione alcologica con cui dal primo di aprile l’Ulss Berica propone momenti di socialità, divertissement e “star bene insieme” per affiancare la lieta novella del bere misurato, che non provoca danni alla salute e incidenti sulla strada, alla promozione dei drink analcolici che non tolgono nulla al gusto e mettono al riparo da qualsiasi rischio.

Al San Bortolo la vernice 2017 di una campagna-cult che parla ai giovani grazie a una formula che dimostra di avere forza persuasiva nei social. A dare le linee del nuovo programma il direttore dei servizi sociali Salvatore Barra e la squadra dell’unità alcologica del dipartimento-dipendenze con il regista dell’operazione Enzo Gelain (al suo ultimo atto al timone della campagna perché fra due mesi va in pensione), Albino Ferrarotto, Lucia Graser, Editta Zenere. L’intento è di dare non messaggi-spot ma un’informazione corretta senza interferire con la libertà personale. «Vogliamo far comprendere - spiega Barra - che l’alcol non può rappresentare l’unico modo per fare relazioni». «Puntiamo a prevenire - dice Gelain - gli abusi occasionali e i consumi incongrui. Anche una sola bevuta può bruciare neuroni cerebrali e lasciare cicatrici per sempre». Alla campagna partecipa una rete di ben 105 fra enti, associazioni, gruppi, scuole, e 23 Comuni.

Franco Pepe

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