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L’ex imam espulso
condanna l’Isis
«Non è vero Islam»

Uno dei blitz della polizia francese dopo gli attentati. Parigi si sta abituando a queste scene di guerra
Uno dei blitz della polizia francese dopo gli attentati. Parigi si sta abituando a queste scene di guerra
Uno dei blitz della polizia francese dopo gli attentati. Parigi si sta abituando a queste scene di guerra
Uno dei blitz della polizia francese dopo gli attentati. Parigi si sta abituando a queste scene di guerra

«I terroristi dell’Isis sono pazzi criminali, malati di mente che danneggiano l’Islam vero. Quella che seguono non è la retta via. Sono ragazzini nati in Europa, che non conoscono la religione, e che sono finiti nelle mani sbagliate». Sofiane Mezerreg, cittadino algerino di 36 anni, ex imam di Schio, già leader spirituale del centro islamico “La Guida retta”, parla dalla sua abitazione di Jijel, in Algeria. Il 30 settembre, la Digos lo aveva fermato a Civitavecchia e lo aveva imbarcato su un aereo, in virtù del decreto di espulsione firmato dal ministro dell’Interno Angelino Alfano per motivi di ordine pubblico. Il sospetto era che educasse i bambini all’Islam più radicale, alle «bombe contro l’Occidente». A far scattare le indagini un suo insegnamento contro la musica, che aveva indotto i bimbi a tapparsi le orecchie durante le lezioni alla scuola elementare. Accuse, unite a quelle di essere in contatto con il terrorismo salafita che l’ex operaio diventato imam ha sempre respinto.

Mezerreg, cosa ne pensa della strage di Parigi?

Un disastro. Siamo tutti castigati dal terrorismo internazionale. L’Algeria ha vissuto 10 anni di guerra civile per queste ideologie, prima dell’Europa, e così molti Paesi africani e il Medio Oriente. Il terrorismo è una piaga.

Sono terroristi islamici.

Sono fuggiti dalla retta via dell’Islam, che predica pace e vita, non guerra e morte.

Dicono di seguire il Corano.

No. Dobbiamo capirla, la sacra scrittura. È vero, i testi sacri sono pieni di riferimenti alla guerra, ma servivano al tempo di Maometto, quando bisognava difendersi. Oggi l’Islam è religione di pace.

Condanna gli attentati?

Senza se e senza ma.

Erano vittime innocenti, quei poveri 129 disgraziati di Parigi?

Certo, non avevano fatto nulla di male. Un conto se uno va in guerra e muore. Ma se uno va ad un concerto, o a vedere una partita di calcio, che colpa può avere?

Non è che il concerto musicale rappresentasse una colpa, nell’ottica dei terroristi?

L’Islam vieta la musica, ma non esiste uccidere chi l’ascolta. Vuol sapere la verità?

Me la dica.

Che quelle persone sono state uccise perchè erano raggruppate. I terroristi potevano ucciderle in piazza: sono malati di mente. Comunque, non c’è alcun legame.

Cosa vuol dire ai parenti delle vittime?

Siamo castigati. Il popolo siriano, quello palestinese... Sono vicino al loro dolore.

In Turchia i tifosi hanno fischiato la Marsigliese prima della partita con la Grecia.

Non so. Non seguo il calcio.

Hanno sbagliato?

Penso di sì, ma preferisco non rispondere, non sono bene informato.

E ai terroristi cosa vuol dire?

Devono pentirsi. Meritano il carcere. La loro non è la strada del Profeta.

Esiste una responsabilità di qualche imam che predica l’odio?

Credo che oggi l’Islam sia una realtà in Europa. Gli imam seri, corretti, per bene, vanno tutelati dalle autorità. Gli attentati sono stati compiuti da giovani caduti in “mani sporche”. Possiamo fare grandi passi in avanti grazie agli imam che predicano il vero Islam, quello della pace.

Sta parlando di se stesso?

Non so se tornerò in Italia.

Non presenterà ricorso?

Ho lasciato la decisione alla comunità di Schio. Per ora sto bene in Algeria, con la famiglia. Sono convinto di non avere fatto del male, ma una brutta figura. È la ragione per cui, al momento, non vorrei rientrare in Italia.

Diego Neri

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