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L’Europa allontana il salvataggio di BpVi

Il ministro Padoan con sullo sfondo una bandiera europea. Oggi a Roma guiderà il vertice  per trovare una via d’uscita ai diktat dell’Ue
Il ministro Padoan con sullo sfondo una bandiera europea. Oggi a Roma guiderà il vertice per trovare una via d’uscita ai diktat dell’Ue
Il ministro Padoan con sullo sfondo una bandiera europea. Oggi a Roma guiderà il vertice  per trovare una via d’uscita ai diktat dell’Ue
Il ministro Padoan con sullo sfondo una bandiera europea. Oggi a Roma guiderà il vertice per trovare una via d’uscita ai diktat dell’Ue

Intercettato prima di entrare nei palazzi griffati Europa di Bruxelles, Fabrizio Viola tenta di dribblare cronisti e domande. «Ottimista per l’esito dell’incontro con la Dg Comp della Commissione Ue?», gli chiedono a bruciapelo. «Non lo so», è l’unica risposta poco incoraggiante che si lascia scappare l’ad della Banca Popolare di Vicenza. Poi, alla fine dell’incontro, lui e Cristiano Carrus, ad di Veneto Banca, evitano di commentare. E questo suono ancora meno incoraggiante del «non so» di partenza. Infatti Bruxelles non è arretrata di un millimetro e per le ex Popolari adesso il rischio bail in è serio.

FUMATA NERA. La verità è che durante il confronto di Bruxelles, a cui hanno partecipato anche i rappresentanti del Tesoro, i tecnici della Dg Comp hanno tenuto il punto: per dare l’ok agli aiuti di stato a sostegno del progetto di fusione serve un miliardo di capitale privato sul totale di 6,4 previsto dalla ricetta della Bce. Dal momento che a queste condizioni trovare investitori disposti a scommettere sulla fusione delle due ex Popolari è praticamente impossibile, le chance di successo del piano si riducono drammaticamente. La linea dura della Dg Comp è spiegata con una valutazione severa dei crediti, peraltro già abbondantemente svalutati da Viola nell’Ultimo bilancio, chiuso infatti con una perdita monstre di 1,8 miliardi.

RISOLUZIONE. Sulla base del risultato dell’incontro di ieri, uno dei due istituti (Veneto Banca, secondo le notizie filtrate da ambienti finanziari) rischia seriamente di finire in risoluzione. E siccome finora tutto il piano di rilancio era basato sulla fusione tra le due ex Popolari, anche sul futuro di BpVi occorrerà trovare in fretta un’alternativa. È evidente che tutta la pressione che il ministro dell’Economia, Pier Carlo Padoan, ha esercitato in Europa per ottenere il salvataggio pubblico a favore del Monte dei Paschi di Siena, ora viene in qualche modo fatta pagare alle venete. Che, senza avere ben chiara la geografia economica dell’Italia, vengono ritenute dalla Commissione europea non così importanti. Insomma, il bail in di una delle due per Bruxelles non produrrebbe sconquassi sistemici.

VERTICE AL TESORO. Vista la mala parata, tanto Carrus quanto Viola hanno preso il biglietto aereo di ritorno in Italia su Roma, dove è stato convocato un vertice d’urgenza al Tesoro con il ministro Padoan. Oltre ai due amministratori delegati interverranno anche i presidenti, Gianni Mion e Massimo Lanza. Siccome serve un miliardo di capitale privato, non è dato sapere come il Tesoro possa architettare un rimedio immediato, considerato il rifiuto categorico del sistema bancario italiano di replicare il pronto soccorso adottato a suo tempo sotto le insegne del fondo Atlante. Nonostante tutto ieri sera prendeva quota l’ipotesi di un cambio di programma del fondo interbancario di tutela, con risorse dirottate al capezzale delle banche venete. E oggi si vivrà un’altra giornata di passione.

Marino Smiderle

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