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Vicenza

Ingoia la droga
e muore davanti
ai finanzieri

La guardia di finanza e, nel riquadro, la vittima Mohamed El Arabi Ajmi. COLORFOTO
La guardia di finanza e, nel riquadro, la vittima Mohamed El Arabi Ajmi. COLORFOTO
La guardia di finanza e, nel riquadro, la vittima Mohamed El Arabi Ajmi. COLORFOTO
La guardia di finanza e, nel riquadro, la vittima Mohamed El Arabi Ajmi. COLORFOTO

VICENZA. Una vita sempre dalla parte sbagliata, tra spaccio e arresti. E ieri pomeriggio Mohamed El Arabi Ajmi detto Arbi la vita se l’è giocata per l’ultima volta. Quando davanti agli agenti della guardia di finanza che bussavano al finestrino della sua Mercedes ferma davanti al supermercato Prix di viale San Lazzaro ha preso a morsi il panetto di cocaina che teneva in mano. Ed è morto in pochi minuti, ucciso pare da un’overdose letale nonostante l’intervento degli operatori del Suem.

Difficile dire perché Ajmi, 32 anni, tunisino, sposato con un’italiana, alle spalle una lunga serie di precedenti penali per droga, abbia reagito così alla vista degli agenti. Non aveva ovuli o sacchetti da ingerire per far sparire le prove. Ma un panetto intero di cocaina. Un gesto folle. A meno che non abbia agito sotto l’effetto della stessa droga, magari una dose che si era fatto poco prima. Nell’auto è stata trovata cocaina sparsa dappertutto. La procura ha aperto un’inchiesta, il pm Brunino ordinerà probabilmente l’autopsia.

Succede tutto alle 17.30, quando la pattuglia del nucleo di polizia tributaria della guardia di finanza entra nel parcheggio del Prix e decide di controllare quella Mercedes Ml in sosta. Un controllo casuale, pare. Ma Ajmi è un personaggio conosciuto, forse gli agenti sapevano già chi era o avevano controllato la targa. Comunque si avvicinano, lui apre la porta ma di colpo prendendoli di sorpresa prende a morsi qualcosa che ha in mano. Gli agenti lo bloccano, interviene in loro aiuto anche una guardia giurata dei Rangers in zona per servizio. Cercano di strappare via la droga dalle mani di Ajmi, ma lui intanto è riuscito a ingoiarne già parecchia.

Oramai è questione di minuti: la polvere bianca viene assorbita in pochi secondi già in bocca, poco dopo il giovane tunisino comincia ad avere le convulsioni, vomita. I finanzieri chiamano il Suem, pochi minuti e arrivano. Tentano di rianimarlo e stabilizzarlo, anche durante il trasporto in ospedale, ma si tratta di un’overdose devastante. In quelle quantità e in tempi così rapidi non c’è speranza: il cuore va in tilt, Mohamed el Arabi muore per arresto cardiocircolatorio, avvelenato probabilmente dalla cocaina che ha ingoiato.

Una lunga storia, quella di Mohamed Ajmi. Tra arresti, condanne e tribunali. Che comincia quando da clandestino in Italia si becca un ordine di espulsione, che ignora. Infatti quando nel 2009 si presenta in questura per denunciare lo sconosciuto che, dice, lo ha sfregiato a coltellate su una guancia finisce lui in manette. Perché non aveva lasciato l’Italia.

Poi la sua carriera prosegue: qualche mese dopo è coinvolto nell’operazione Mercato nuovo, con 8 arresti per spaccio, un affare da 60 mila euro d’incasso al mese, 150 grammi di cocaina ogni settimana, oltre a 800 grammi di hashish. Centrali dello spaccio: il parco di via Adenauer, zona Mercato Nuovo, parco Fornaci. Nel 2011 altri guai sempre per spaccio a Campo Marzo assieme ad altre 15 persone. Ai controlli e ai blitz delle forze dell’ordine era abituato, Arbi. Ieri però qualcosa è scattato nella sua testa. Forse semplicemente non pensava di morire.

Alessandro Mognon

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