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Caso BpVi

Inchiesta a Milano
La procura insorge
e attacca il Gip

La Banca popolare di Vicenza
La Banca popolare di Vicenza
La Banca popolare di Vicenza
La Banca popolare di Vicenza

VICENZA. La procura di Vicenza ha impugnato davanti alla Corte di Cassazione il decreto, che è considerato «abnorme», emesso dal Gip che si è dichiarato incompetente in favore dell’autorità giudiziaria di Milano per il reato di ostacolo alla vigilanza della Consob nell’inchiesta sulla Banca Popolare di Vicenza. Lo comunica in una nota il procuratore della Repubblica di Vicenza Antonino Cappelleri

 

Un sequestro a carico della banca e di alcune persone sottoposte a indagini per un importo complessivo di 106 milioni di euro: è quanto aveva chiesto al Gip la procura di Vicenza nel quadro dell’inchiesta sulla Banca Popolare di Vicenza. È uno dei particolari che emergono dalla nota stessa, diffusa per una «corretta precisazione» sull’attività svolta dalla procura.

 

Due giorni fa, appunto, il tribunale aveva deciso che un troncone fondamentale dell’inchiesta sulla Banca popolare di Vicenza dovesse essere trasferito a Milano. Il reato di ostacolo all’attività di vigilanza di Consob e Bankitalia, se è stato commesso dagli indagati, è stato compiuto nel capoluogo lombardo.  La decisione è per certi versi clamorosa. L’inchiesta sul crac della Popolare, con nove indagati (più l’istituto di credito) e decine di migliaia di potenziali vittime, in base alla decisione è ora divisa in due. A Vicenza infatti al momento resta il troncone legato all’aggiotaggio, mentre quello di ostacolo alle indagini degli organi deputati al controllo va a Milano. Dove i magistrati avrebbero già aperto un fascicolo, con i medesimi indagati, in virtù dei risultati fin qui raggiunti dagli inquirenti vicentini che hanno coordinato il lavoro della guardia di finanza. Cosa possa significare lo spacchettamento dell’indagine per i risparmiatori traditi - che settimanalmente protestano davanti a palazzo di giustizia a Borgo Berga chiedendo decisioni rapide - è presto per dirlo. Di fatto, è presumibile un rallentamento dei tempi; slitta infatti una decisione in merito ai possibili sequestri, di cui si parla da mesi, in capo agli indagati. Perché ora a decidere in merito potrebbe essere non già il giudice vicentino Barbara Maria Trenti, bensì il gip di Milano se la richiesta dovesse venire presentata anche all’ufficio lombardo. Al momento, comunque, non sono stati compiuti sequestri preventivi di alcun genere.
 

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