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Il torrione in saldo
Venduto all’asta
per 310 mila euro

Il torrione di porta Castello è stato venduto all’asta per 310 mila euro: sei anni fa era stato valutato quattro milioni. COLORFOTO
Il torrione di porta Castello è stato venduto all’asta per 310 mila euro: sei anni fa era stato valutato quattro milioni. COLORFOTO
Il torrione di porta Castello è stato venduto all’asta per 310 mila euro: sei anni fa era stato valutato quattro milioni. COLORFOTO
Il torrione di porta Castello è stato venduto all’asta per 310 mila euro: sei anni fa era stato valutato quattro milioni. COLORFOTO

L’offerta era alettante. E l’offerta è arrivata. Il torrione di porta Castello è stato venduto. Non al Comune, che ancora a settembre ci aveva fatto un pensierino, ma a una società privata che si è aggiudica l’immobile mettendo sul piatto poco più di 300 mila euro. Intendiamoci, ciò non significa che per palazzo Trissino sia finita qui, «anzi - afferma l’assessore al bilancio Michela Cavalieri - vedremo se intervenire con il diritto di prelazione», tuttavia se fino all’altro giorno la struttura era in “saldo” adesso il suo acquisto rischia di non essere così conveniente.

LA VENDITA. La compravendita è andata in scena ieri mattina. E mai come in questo caso si può parlare di affare. I privati («Il cui nome resta al momento riservato», spiega il notaio delegato alla vendita Patrizia Cardarelli) si sono presentati in solitaria all’asta che si è tenuta a Borgo Berga nella sede dell’Anvipes e ne hanno approfittato per presentare l’offerta minima: vale a dire 310 mila euro. Nessun rialzo, quindi, per acquistare quell’immobile con una superficie di 432 metri quadrati di proprietà della Pleiade 48 srl, in fallimento, che aveva acquisto l’immobile nel 2006 dalla Pasago 2000 (Ecos srl, In.imm investimenti immobiliari e Valmarana sas, i precedenti titolari del castello). Più che un saldo, è stato quasi un regalo. Basti considerare che solo sei anni fa, quando all’allora assessore al patrimonio Massimo Pecori era balenata l’idea di provare ad andare all’assalto della fortezza, era stato valutato 4 milioni.

DI COSA SI TRATTA. Intendiamoci, 310 mila euro sono praticamente spiccioli per una struttura di questo genere, ma va detto che lo spazio interno non è un granché. Come si legge nei documenti del curatore fallimentare, l’immobile è alto circa 30 metri ed è composto di nove piani, tre dei quali non sono calpestabili. Al piano terra si trovano l’ingresso, il vano scale e l’ascensore, al quarto una sala mostra con ballatoio e terrazzino, al quinto un’altra sala mostra così come al sesto. Al settimo ecco una sala ghirlanda e un camminamento perimetrale. All’ottavo e al nono è posizionata la torretta sommitale con scala. In totale la fortezza scaligera ha una superficie lorda complessiva di 432 metri quadrati, dei quali poco più di 200 sono calpestabili: le mura sono spesse due metri e mezzo.

IL COMUNE. Spazio ce n’è ma non in abbondanza. Ed è anche questo uno dei motivi che non ha convinto del tutto l’amministrazione a partecipare all’asta. Palazzo Trissino, che più volte in passato aveva messo gli occhi su quella struttura, non ha presentato alcuna offerta, ma ciò non significa che i giochi siano finiti. «Adesso - afferma l’assessore Cavalieri - valutiamo il da farsi». Già, perché la legge concede una sorta di vantaggio alle pubbliche amministrazioni. Ogni volta, cioè, che la Sovrintendenza per i beni architettonici e paesaggistici riceve comunicazione notarile dell’iter di compravendita riguardante un immobile di interesse storico-culturale, viene informato il Comune, ente titolato alla prelazione, della possibilità di esercitare tale diritto entro il termine obbligatorio di 20 giorni. Ecco che palazzo Trissino potrebbe inserirsi nell’affare, presentare la medesima offerta (310 mila euro) al curatore fallimentare e acquistare senza asta o rialzi il torrione. «Se lo faremo? Stiamo valutando - replica l’assessore - e quando ci arriveranno i documenti sarà la giunta ad esprimersi». Le possibili destinazioni d’uso non sono tante. L’ipotesi più probabile sarebbe quella di realizzare un luogo espositivo, come aveva suggerito dal consigliere di Forza Italia Michele Dalla Negra, che aveva consigliato al Comune di «farci un pensierino».

Nicola Negrin

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