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Vicenza

Il tifoso ferito
lascia l'ospedale
«Non ho ricordi»

L'ultrà della Sanbenedettese è stato ascoltato dalla Digos
Un fotogramma del filmato degli scontri depositato in procura
Un fotogramma del filmato degli scontri depositato in procura
Un fotogramma del filmato degli scontri depositato in procura
Un fotogramma del filmato degli scontri depositato in procura

VICENZA. Al capo della Digos, il vice questore Nevio Di Vincenzo, che ieri lo ha ascoltato su mandato del pubblico ministero Barbara De Munari, titolare del fascicolo legato al suo ferimento, Gianluca Fanesi, l’ultrà della Sambenedettese di 44 anni, finito in coma al termine del match con il Vicenza dello scorso 5 novembre, ha ribadito di non avere ricordi di quanto avvenuto dopo la partita. 
«L’ultimo ricordo che ho? - ha risposto Fanesi -. Ero in auto e stavo mangiando un panino. Poi c’è il buio. Non so neanche come sia finita la partita».

Ieri mattina, l’ultrà marchigiano, dopo quattro mesi, ha lasciato il San Bortolo, dopo essere stato sottoposto a tre delicatissimi interventi chirurgici al cervello. Operazioni che gli hanno salvato la vita lasciando però degli strascichi importanti. 

Ieri mattina il primario del reparto di riabilitazione, dove Fanesi è stato trasferito dopo essere uscito dalla neurochirurgia, aveva dato parere negativo all’audizione dell’ultrà mettendo nero su bianco in un certificato medico che il supporter marchigiano, sposato e padre di due figli, «non è in grado di rendere una testimonianza attendibile». Ma questo non ha impedito alla procura di ascoltarlo ritenendo comunque importante “cristallizzare” le condizioni fisiche del 44enne a quattro mesi dal suo ricovero, avvenuto subito dopo il suo ferimento. 
Una circostanza su cui sta indagando la procura che in questi giorni starebbe tornando ad ascoltare anche alcuni agenti della polizia impegnati il 5 novembre scorso nel servizio d’ordine all’esterno del Menti e individuati anche in un filmato depositato dall’avvocato Andrea Balbo, il legale che assiste la famiglia Fanesi.
«Gianluca non ha perso i sensi subito - spiega l’avvocato - e quando è arrivato all’ospedale ha detto di essere stato picchiato dai poliziotti». Nella corposa memoria depositata in procura, Andrea Balbo ha fatto riferimento anche ad alcuni filmati registrati dagli abitanti dei palazzi attorno alla zona in cui è avvenuto il ferimento di Fanesi; i certificati medici e ancora le testimonianze di alcuni tifosi della Sambenedettese che avrebbero visto Gianluca subito dopo il suo ferimento. 

 

Secondo la ricostruzione degli inquirenti, quel giorno a Campo de Nane diversi sostenitori marchigiani sono scesi improvvisamente dai loro pulmini e dalle loro auto, con bastoni e i volti coperti, per cercare di aggredire alcuni tifosi biancorossi che stavano tornando a casa a piedi. Lo scontro ha interessato circa venti persone fino a quando il reparto mobile della polizia di Stato ha disperso il gruppo. Fanesi è rimasto ferito durante il fuggi fuggi generale ed è stato subito trasportato in ambulanza all’ospedale San Bortolo. 
Per quell’episodio ci sarebbero anche i primi indagati. Tre persone che, parallelamente all’indagine sulle lesioni riportate dall’ultrà, sono state iscritte sul registro degli indagati per reati che, a vario titolo, vanno dalla rissa al travisamento sino al porto di oggetti atti a offendere. 

Matteo Bernardini

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