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VicenzaOro January

«Il mercato evolve
Le aziende orafe
accettino la sfida»

Claudia Piaserico è la presidente della sezione Orafi e argentieri di Confindustria Vicenza
Claudia Piaserico è la presidente della sezione Orafi e argentieri di Confindustria Vicenza
VicenzaOro January (COLORFOTO)

«Siamo di fronte a un mondo nuovo. Cambiano le regole, cambiano i gusti e le richieste dei consumatori. Tutto questo deve tradursi per il settore orafo e gioielliero in nuove opportunità. Ma bisogna coglierle: una vera sfida per un settore che troppo spesso è arrivato tardi». Claudia Piaserico, direttore creativo della Misis di Vicenza, è presidente della sezione Orafi e argentieri di Confindustria Vicenza. Mentre la città vive una delle principali vetrine mondiali, VicenzaOro January (fino al 25 gennaio), organizzata da Italian Exhibition Group - a conferma di quanto la piazza vicentina continui a essere un punto di riferimento imprescindibile - Piaserico insiste sulla necessità di un approccio innovativo, anche per valorizzare al meglio i segni di ripresa, in particolare per l’export.

Qual è la sua impressione, per quanto riguarda l’andamento del mercato?

Il 2016 non è stato facile, inutile nasconderselo. Turchia, Russia, Medio Oriente rappresentano sbocchi di mercato importanti, e la situazione è stata piuttosto problematica. C’è stato anche il tentativo di aprire nuovi fronti, come il Far East, la Cina, l’Indonesia, la Corea, ma non è semplice. I segnali però sono incoraggianti, ed è proprio per questo che bisogna adottare nuovi schemi.

Cosa intende?

Un certo modo di ragionare del passato è ormai obsoleto, non più adeguato al mondo che cambia. L’e-commerce, il web marketing devono entrare nella quotidianità delle aziende. Sono aspetti fondamentali del futuro che stiamo costruendo, e non si può trattarli in maniera improvvisata. Bisogna inserire nella propria squadra persone che se ne occupino con un approccio professionale.

Di solito l’e-commerce viene associato ad altri settori.

Certo, il food, il wine, la moda hanno già fatto molto in questo senso. Il nostro settore ha strada da recuperare. Ma sono convinta che il percorso sia giusto. Se ci si pensa, tutto quello che compone la filiera finisce addosso a una donna. Allora la domanda è: come sollecitare la richieste? Trovando il modo per raccontare il prodotto, l’azienda, la sua storia, per fare insomma dello storytelling efficace.

Ma l’e-commerce non rischia di danneggiare le gioiellerie?

No, anzi. Sappiamo bene che c’è l’abitudine, giustamente, a provare il gioiello. Il consumatore finale può guardare i prodotti sui siti delle nostre aziende, farsene un’idea, anche del prezzo, e poi andare in gioiellerie per provarli. Il retail non deve vedere nell’e-commerce una concorrenza, bensì un’opportunità.

Riscontrate difficoltà nel reperire manodopera specializzata?

È un problema. La Scuola d’arte e mestieri si sta spopolando. C’è ancora l’idea che il lavoro dell’orafo sia solo quello del modellista. Invece tutto è evoluto. Ci sono aziende che fanno della stampa 3D il loro core business, parliamo di tecnologie avanzatissime. E poi, appunto, tutto il mondo dell’on line: le opportunità di occupazione ci sono.

Una caratteristica del nuovo distretto può essere la collaborazione tra le aziende?

Fino a qualche anno fa il distretto orafo aveva fama di essere chiuso, poco incline allo scambio di informazioni. Adesso si dialoga molto di più. Ed è più facile farlo all’interno di un’associazione, dove ci si confronta.

Misis come sta vivendo le sfide del nuovo mercato?

La nostra parola d’ordine è diversificazione. Cioè ampliare la gamma di prodotti, per creare attorno ai nostri gioielli, che hanno una loro personalità, un lifestyle preciso e riconoscibile. Il prodotto, il gioiello in argento, è al centro di tutto, ma l’obiettivo è trasmettere uno stile ironico, divertente, che sdrammatizzi. Questo ci consente, peraltro, di ampliare il target ad età un tempo impensabili.

Gianmaria Pitton

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