<img height="1" width="1" style="display:none" src="https://www.facebook.com/tr?id=336576148106696&amp;ev=PageView&amp;noscript=1">
Vicenza

Il mago del cuore
Triplo intervento
a torace chiuso

In sala operatoria in un intervento di videoendoscopia cardiaca
In sala operatoria in un intervento di videoendoscopia cardiaca
In sala operatoria in un intervento di videoendoscopia cardiaca
In sala operatoria in un intervento di videoendoscopia cardiaca

VICENZA. Triplo intervento al cuore “a torace chiuso” completamente in endoscopia. Il primario di cardiochirurgia del San Bortolo Loris Salvador opera con successo una donna di 76 anni di Marano vicentino in condizioni estreme con la valvola mitrale, la tricuspide, l’aorta discendente ormai non più funzionanti, praticando una incisione di appena tre centimetri sotto la mammella e muovendo i mini-strumenti endoscopici guardando sempre sul monitor. È il primo intervento del genere al mondo.

Mai nessuno prima di Salvador ci era riuscito. Il primario vicentino, un chirurgo che ama l’understatement e disdegna i riflettori, ma che è conosciuto e viene chiamato ad insegnare dappertutto, dal Medio Oriente alla Cina, apre una nuova strada sulla frontiera più avanzata della chirurgia mini-invasiva. Solo in 4-5 centri al mondo, dall’Europa agli Usa, si opera in endoscopia una sola valvola cardiaca, la mitrale. Salvador ne ha corretto tre contemporaneamente.

«Non c’è nessuno come lui», dice Emad Al Jaber che lavora al centro Monzino di Milano ma che da due anni è al San Bortolo per imparare le tecniche di Salvador». Per capire il valore ma anche la modestia di questo fuoriclasse della sala operatoria che preferisce restare sempre sottotraccia, basti pensare che quando Al Jaber ha ripetuto a Milano gli interventi appresi a Vicenza, si sono mossi tivù di Stato, quotidiani nazionali, agenzie, mentre Salvador continua a lavorare in silenzio e a fare, lontano dai palcoscenici mediatici, cose mai tentate in nessuna cardiochirurgia del pianeta. Salvador non effettua alcun taglio al torace. Introduce una piccola telecamera attraverso un minuscolo foro che non lascia segni di cicatrice e muove gli strumenti con una maestria incredibile fissando uno schermo che riporta l'immagine del cuore in tutte le latitudini.

«Con questa tecnica – spiega Salvador – si può trattare il 70 per cento delle patologie cardiache, valvole non funzionanti, difetti congeniti, fibrillazione atriale, aneurismi dell’aorta ascendente».

La donna aveva le due valvole quasi chiuse. Soffriva di grave insufficienza mitralica. La funzionalità della mitrale era ridotta al minimo. Le corde della valvola si erano allungate fino quasi a rompersi. Salvador prima le ha ristrette e poi le ha sostituite con corde artificiali in goretex creando una sorta di impalcatura sulla quale far ricrescere la valvola. Ha poi utilizzato un anello per restringere la tricuspide deteriorata per la smagliatura del tessuto. Infine ha inserito una protesi vascolare in dacron al posto dell’aorta ascendente usurata. Cinque ore di intervento e risultato straordinario. Si arresta il cuore, si ricorre alla circolazione extracorporea, ma non si apre il torace. E i traumi sono pressoché azzerati.

«I benefici per il paziente sono enormi – spiega Salvador -. Nessun taglio, meno dolore dopo l'intervento, meno infezioni, meno rischio di trasfusioni, pochi giorni di degenza, e per la donna il fattore psicologico legato all'estetica».

L’endoscopia chirurgica consente altri importanti vantaggi: «Non si devono selezionare i pazienti, la telecamera arriva dove vogliamo, si accorciano i tempi operatori, per cui possiamo operare anche i malati più complessi, gli anziani, gli obesi, e offrire la tecnica mini-invasiva a chi ha problemi valvolari». Nelle scorse settimane altro intervento rivoluzionario di Salvador su una donna di 78 anni di Rossano Veneto. Sempre con la mini-invasiva endoscopica il primario ha “riparato” tre valvole – mitrale, aorta e tricuspide - ormai insufficienti.

«Non è semplice – spiega – operare senza avere la visione diretta. Spesso si adotta una mini-invasiva edulcorata. Non si apre lo sterno ma si fa un taglio sopra la mammella, ripetendo più o meno l’intervento tradizionale per guardare dentro attraverso il varco creato con il bisturi. Con l’endoscopia integrale si possono, invece, usare strumenti di cura di cui si conosce la storia, con metodiche molto avanzate e le massime garanzie».

Franco Pepe

Suggerimenti