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Vicenza

Il lungo cammino
dei non vedenti
da Porto a Fatima

Il gruppo all’arrivo a Fatima. Hanno impiegato nove giornate  per percorrere oltre 200 chilometri
Il gruppo all’arrivo a Fatima. Hanno impiegato nove giornate per percorrere oltre 200 chilometri
Il gruppo all’arrivo a Fatima. Hanno impiegato nove giornate  per percorrere oltre 200 chilometri
Il gruppo all’arrivo a Fatima. Hanno impiegato nove giornate per percorrere oltre 200 chilometri

VICENZA. Tre uomini che non vedono più. Tutti con più di 70 anni. Tre guide per aiutarli. Tutti hanno più di 61 anni. Duecentosettanta chilometri a piedi, 9 giornate di cammino, 66 ore di marcia con uno zaino di 10 chili sulle spalle, da Porto a Fatima, in Portogallo nella terra delle apparizioni, un secolo dopo. Francesco e Giacinta, due dei tre pastorelli, sono stati canonizzati lo scorso 13 maggio, data della prima apparizione.

Un’avventura che unisce cuore e gambe, emozioni, brividi e fatica, paura e suggestioni. La regia è del Gruppo sportivo non vedenti. Un gruppo che è come un punto d’incontro tra domanda e offerta: non vedenti che chiedono guide per camminare, sciare, volare, giocare, e guide che si offrono per farli camminare, sciare, volare, giocare. Un anniversario come quello di Fatima non poteva non entrare nei desiderata del gruppo. Dopo i due cammini di Santiago de Compostela, il primo lungo la via francese nel 2011 e l’altro sul sentiero portoghese nel 2014, dopo il raid in tandem Veneto-Roma nell’Anno della Misericordia nel 2016, l’idea di andare a piedi a Fatima comincia a fare breccia. L’anima di questa nuova impresa fatta di umanità silenziosa fra sogni che si realizzano, difficoltà che si vincono, e sentimenti che aiutano a superare la solitudine, è Carmelo Rigobello, manager in pensione, musicista e poeta per diletto, la vocazione ad essere sempre dalla parte di chi ha bisogno, già compagno di tandem della pluricampionessa iridata, la paraciclista Silvana Valente, cieca dalla nascita. È lui che mette insieme sei vite che incrociano per due settimane i loro destini per vivere una performance per molti aspetti unica. I non vedenti sono Sebastiano Buccieri, 72 anni, di San Bonifacio, presidente del Gruppo sportivo vicentino; Loris Bordin, 60 anni, di Ponte di Nanto e oggi residente in città; Donato Mastrangelo, 75 anni, di Catania. Tutti e tre diventati non vedenti, il primo dopo una malattia, il secondo dopo un intervento chirurgico, il terzo dopo un incidente. Le guide, invece, sono Giancarlo Lotto, 61 anni, di Vicenza; lo stesso Rigobello, 71 anni, anche lui della città; Angelo Indelicato, 65 anni, di Catania. Due coppie beriche. Una siciliana, adottata da Vicenza.

Ecco allora prima un allenamento adeguato per ridurre il rischio di piaghe e di incidenti. E, poi, finalmente, il giorno della partenza, con le magliette blu simbolo del Gruppo. Le tappe, da 20 a 45 chilometri al giorno: Joao de Madeira. Albergaria-A-Velha, Agueda, Coimbra, Rabacal, Alvaiavere, Tomar. Infine la meta: Fatima. Le guide davanti. I non vedenti dietro, le mani poggiate sugli zaini delle guide. Il racconto è di Rigobello: «Abbiamo camminato in serenità, a volte in silenzio, a volte chiacchierando o pregando, con un’alimentazione essenziale, tanta acqua e poco cibo». Una lunga marcia in un paradiso di colline declinanti, fra paesaggi rivestiti da cascate di ginestre ed eriche. «L’arrivo a Fatima - dice Rigobello - è stato accompagnato da una profonda commozione fin dal cartello stradale all’ingresso della città, per poi proseguire in ciascuno di noi nel santuario, nella nuova, bellissima basilica, lungo il tragitto di Lucia, Francesco e Giacinta. Le gioie non si descrivono, si vivono, e si portano nell’anima». Un’esperienza esaltante. E come spiega Alexandros Tombazis, progettista della chiesa della Santissima Trinità, anche questa volta «contano sia il risultato finale sia la strada che vi ha condotto».

Franco Pepe

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