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Il falso poliziotto è arrestato
Era già libero dopo un omicidio

Un poliziotto  mostra l’arma giocattolo usata nella rapina. COLORFOTOFabio Zanni, 40 anni
Un poliziotto mostra l’arma giocattolo usata nella rapina. COLORFOTOFabio Zanni, 40 anni
Un poliziotto  mostra l’arma giocattolo usata nella rapina. COLORFOTOFabio Zanni, 40 anni
Un poliziotto mostra l’arma giocattolo usata nella rapina. COLORFOTOFabio Zanni, 40 anni

Durante il giorno era affidato in prova ai servizi sociali, dove stava finendo di scontare una condanna per omicidio, mentre di notte si spacciava per poliziotto o finanziere e rapinava gli automobilisti. Fabio Zanni, 40 anni, residente a Montecchio, che nel 2003 aveva trucidato il barista Lino Tescaro per questioni di droga e che nel 2007 aveva patteggiato vent’anni di carcere, è stato arrestato nelle scorse ore dalla squadra mobile per aver minacciato con una pistola e derubato un giovane in viale San Lazzaro. Il provvedimento di custodia cautelare è stato notificato al vicentino in carcere, perché nel frattempo gli era stato revocato il beneficio della pena alternativa, sempre su segnalazione della questura.

IL COLPO. La rapina di cui è accusato Zanni è avvenuta verso le 2.45 del 15 maggio. Secondo la ricostruzione degli investigatori, il vicentino, alla guida della propria auto, aveva raggiunto una Panda con a bordo due ragazzi e l’aveva fatta accostare a lato della strada. A quel punto, era sceso dalla sua utilitaria con in testa un cappello simile a quello delle forze dell’ordine, mentre sulla spalla aveva una ricetrasmittente. Zanni si era spacciato per un ispettore dell’antidroga e aveva chiesto al conducente, un ragazzo di 21 anni, di dargli il portafoglio per controllare i documenti. Il finto poliziotto aveva quindi sfilato i soldi senza che la vittima se ne accorgesse e aveva poi scagliato dentro l’abitacolo il portafoglio. Il giovane aveva criticato quel modo di fare e si era visto puntare contro un’arma da fuoco.

IL CONTROLLO. La mattina seguente i due malcapitati avevano sporto denuncia in questura, descrivendo sia l’autore della rapina sia l’auto che aveva utilizzato, specificando che aveva qualche ammaccatura. Nonostante i giovani avessero indicato una Toyota Yaris, due giorni dopo un agente delle volanti ha notato, sempre in viale San Lazzaro, una Honda Jazz che poteva corrispondere al veicolo del finto poliziotto e l’ha fermata per un controllo. L’intuizione si è rivelata corretta perché a bordo c’era la fidanzata di Zanni, pure lei nota alle forze dell’ordine.

LA PERQUISIZIONE. La pattuglia ha dunque avvisato i colleghi della squadra mobile, diretta dal vice questore Davide Corazzini e dal sostituto commissario Gianpaolo Bettini, che ha perquisito l’abitazione di Zanni trovando il berretto, la ricetrasmittente e la pistola usate nella rapina: l’arma era in realtà un giocattolo. Il passaggio successivo è stato quello di denunciare il vicentino e di segnalare subito l’accaduto al giudice al tribunale di sorveglianza, che deciso di far tornare dietro le sbarre l’assassino.

L’ARRESTO. Gli elementi raccolti nel corso delle indagini, coordinate dal pubblico ministero Hans Roderich Blattner, sono sfociate poi nell’ordinanza di custodia cautelare emessa l’altro giorno dal giudice Roberto Venditti. Messo alle strette, Zanni avrebbe confessato, affermando che gli servono soldi per acquistare la droga. Il vicentino, che qualche tempo fa era stato denunciato per tre episodi analoghi commessi a Montecchio e che potrebbe aver preso di mira altri automobilisti anche in città, verrà interrogato domani.

Valentino Gonzato

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