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I sequestri milionari? A carico dello Stato

L’ingresso della procura, al quarto piano del palazzo di giustiziaUn’immagine d’archivio della sede del ministero del Tesoro a Roma
L’ingresso della procura, al quarto piano del palazzo di giustiziaUn’immagine d’archivio della sede del ministero del Tesoro a Roma
L’ingresso della procura, al quarto piano del palazzo di giustiziaUn’immagine d’archivio della sede del ministero del Tesoro a Roma
L’ingresso della procura, al quarto piano del palazzo di giustiziaUn’immagine d’archivio della sede del ministero del Tesoro a Roma

Gli effetti sono molteplici. La procura e la guardia di finanza, che indagano sul dissesto della Banca popolare di Vicenza, dopo il decreto del governo che ha sancito la morte e la rinascita dell’istituto di credito si trovano davanti uno scenario che è profondamente mutato. E che, almeno in parte, complica i piani di chi stava per giungere alla conclusione del primo, il più importante, troncone d’inchiesta. Anche se gli offre al contempo nuove possibilità investigative.

I SEQUESTRI. Come noto, ancora nel gennaio scorso il procuratore Antonino Cappelleri, con i sostituti Gianni Pipeschi e Luigi Salvadori, aveva chiesto il sequestro di 106 milioni di euro alla BpVi, oltre che gli indagati Samuele Sorato e Emanuele Giustini, direttore e vicedirettore generale, per l’ipotesi di ostacolo alla vigilanza della Consob. Quella richiesta è stata solo in parte accolta dal giudice in maggio, e la decisione - appellata dal procuratore - è stata oggetto dello scontro che ha portato al ricorso per Cassazione. Al di là di quello che decideranno i giudici supremi (incaricati anche di dirimere la questione della competenza territoriale per questa ipotesi di reato, fra Vicenza e Milano), rimane il fatto che oggi gli inquirenti non hanno più di fronte la BpVi: ma il ministero del Tesoro e i suoi commissari. Il che significa che l’eventuale sequestro sarà compiuto ai danni dello Stato. Un paradosso almeno apparente, anche se la ratio dei sigilli era quella del risarcimento dei risparmiatori traditi.

BAD COMPANY. Oggi i detective della Tributaria delle fiamme gialle, guidati dai colonnelli Crescenzo Sciaraffa e Fabio Dametto, hanno davanti a loro una banca che non è più quella di prima. Con il decreto del ministro Padoan, banca Intesa ha assunto le redini della good company, di fatto senza responsabilità sulla parte malata dell’istituto di credito. Gli inquirenti hanno direttamente a che fare con la bad company, che potrebbe chiudere i battenti. Un passaggio chiave, dopo che la Bce ha dichiarato lo stato di insolvenza, come pure per Veneto Banca, sarà l’eventuale dichiarazione di fallimento a carico di un istituto non più in grado di pagare i suoi debiti. Una richiesta in tal senso potrebbe giungere tanto dai creditori quanto dalla stessa procura, come già avvenuto in altri casi analoghi. E gli inquirenti potrebbero procedere quindi con la contestazione di bancarotta. Come già avvenuto in casi similari in passato a carico di aziende non fallite, ma in amministrazione straordinaria grazie alla legge Prodi-bis.

ALTRI SIGILLI. In queste settimane, magistrati e finanzieri starebbero lavorando anche ad altre richieste di sequestri. Se sono state avanzate delle pretese in virtù della contestazione di ostacolo alla vigilanza Consob, è ragionevole supporre che richieste possano arrivare anche per l’ostacolo alla vigilanza di Banca d’Italia, l’altro organismo deputato al controllo della vecchia BpVi e che dai vertici di allora sia stato “ingannato”. Ma verosimile ipotizzare che prima di depositarle gli inquirenti attendano la decisione della Cassazione, anche sulla competenza (Bankitalia ha sede a Roma). Anche in questo caso, comunque, si tratterebbe di somme da destinare ai risparmiatori che si sono trovati senza un quattrino, ma da prelevare ancora una volta dal Tesoro.

ALTRI FILONI. Sono in corso altri tronconi investigativi, che hanno a che fare però con casi singoli, pur numerosi, nei quali è stata ipotizzata la truffa in danno di clienti o azionisti o più spesso l’aggiotaggio. Si tratta di filoni d’indagine che saranno approfonditi, per delinearli nel dettaglio, dopo l’estate.

Diego Neri

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