VICENZA. Passare nel giro di pochi secondi dallo «wow» davanti a un panorama mozzafiato al «chissenefrega», gettando oltre la balaustra rifiuti di varia natura. Chiamatela, se volete, fenomenologia dei turisti cafoni. O del pellegrino distratto. O della maleducazione diffusa. Quando si parla di piazzale della Vittoria, del tempio di Monte Berico, e dell’“irresistibile” abitudine di buttare le cose «oltre», le definizioni si adattano tutte alla perfezione. Lungo le mura “riposano” bottiglie di birra - tantissime -, cocci di vetro, pacchetti e infiniti mozziconi di sigarette, cartacce e fazzoletti con varie sfumature di sporcizia, tappi e oggetti in plastica: cucchiaini, di quelli che si usano per mangiare il gelato; bicchieri e confezioni alimentari; scatolette da fast food che prima di essere abbandonate contenevano, forse, delle salse. E lattine, gettonatissimi i cosiddetti energy drink.