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Il caso

I migranti africani
che vogliono Sky
Dossier in procura

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Il centro San Paolo di via Carducci dove alloggiano i migranti
Il centro San Paolo di via Carducci dove alloggiano i migranti
Il centro San Paolo di via Carducci dove alloggiano i migranti
Il centro San Paolo di via Carducci dove alloggiano i migranti

VICENZA. Era la sera del 3 agosto quando da via Carducci era partita una richiesta d'aiuto al 113: all'interno del centro culturale San Paolo alcuni richiedenti asilo, ospitati dalla cooperativa Cosep, si stavano lamentando in maniera molto accesa, tanto che gli operatori si erano spaventati. La sala radio della questura aveva inviato poliziotti in borghese per calmare gli animi, perché una parte degli africani voleva occupare la strada. Dopo qualche minuto di tensione, la situazione era tornata alla normalità. Fra le lamentele dei migranti, espresse direttamente sia agli operatori che agli agenti, anche la richiesta di avere Sky per riuscire a vedere i programmi televisivi delle loro reti nazionali. Su richiesta anche della questura, la cooperativa aveva inviato in viale Mazzini e alla prefettura una relazione dettagliata di quanto avvenuto quella sera e nei giorni precedenti, con un elenco dei problemi che gli operatori stavano incontrando con il gruppo di africani. Quella relazione era stata poi girata alla procura, affinché valutasse eventuali profili di reato, perché le proteste avevano assunto, a detta dei dipendenti e dei volontari della cooperativa, toni decisamente troppo accesi.

 

«Ho letto la documentazione - ha spiegato brevemente il procuratore Antonino Cappelleri -, ma non ho ravvisato, al momento, reati specifici. Si tratta di comportamenti inurbani e maleducati, che non rappresentano violazione di legge». La procura ha aperto un fascicolo, il cui contenuto sarà valutato nel dettaglio nelle prossime settimane, ma che potrebbe - nel caso in cui non vi fossero comportamenti violenti o minacciosi - essere archiviato. Fra le ragioni delle lamentele di una ventina di richiedenti asilo, che per esprimerle avrebbero spaventato gli operatori, oltre alla richiesta di Sky vi sono anche la possibilità di avere un documento d'identità per poter lavorare, pietanze adatte agli usi e ai costumi degli immigrati di fede musulmana, una tv funzionante e anche - da parte di alcuni di loro - l'aria condizionata in alcuni ambienti per proteggersi dall'afa. Richieste ripetute nella giornata di lunedì, quando i migranti si sono presentati in questura, e sono stati accolti da un funzionario che ha ascoltato i loro portavoce, spiegando poi loro che a gestire il sistema dell'accoglienza è la prefettura.

 

Quella mattina, a contra' Gazzolle, c'era stato un tavolo in cui si era ragionato dei migranti ospitati a San Paolo, ed in particolare della loro richiesta di avere un documento d'identità.Questi sono i fatti ricostruiti in questi giorni, attraverso diversi canali. Le notizie riportate dal nostro quotidiano sono corrette, e note a diverse istituzioni, che si curano di rispettare le indicazioni di legge e non certo di sfruttare politicamente quanto accaduto. Le stesse istituzioni - è stato informato anche il ministro competente, Salvini - stanno valutando le richieste dei richiedenti asilo, ma alcune di loro guardano con preoccupazione le modalità con cui sono state avanzate, soprattutto nella serata di venerdì scorso.

Diego Neri Valentino Gonzato

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