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Vicenza

Gogna sul web
Parà suicida
Doppia inchiesta

La pagina Facebook "confessionale" dei soldati americani
La pagina Facebook "confessionale" dei soldati americani
La pagina Facebook "confessionale" dei soldati americani
La pagina Facebook "confessionale" dei soldati americani

VICENZA. C’è chi rende pubblico un tradimento. Chi irride pesantemente l’aspetto fisico o l’abbigliamento di una persona. Chi vomita oscenità contro i più alti in grado. Chi, ancora, rivela le abitudini sessuali dell’ex partner. Dallo scorso 31 gennaio su Facebook è nata una pagina dove chiunque, in forma anonima, può condividere qualsiasi informazione su ciò che accadrebbe all’interno della Caserma Ederle. Si chiama “Caserma Ederle/Del Din Confessions”, piace a 1.103 persone, e da lunedì scorso è finita al centro di una duplice inchiesta della procura e del comando dopo il suicidio del soldato Kiley Williams, 22 anni, originario della Pennsylvania, che lunedì mattina è stato trovato impiccato all’interno del suo alloggio. Gli inquirenti vogliono capire se il giovane sia rimasto vittima di cyberbullismo e abbia deciso di togliersi la vita per colpa delle pesanti offese ricevute sul celebre social network.

LE CONFESSIONI. La comunità è completamente in inglese. La descrizione del fondatore recita: «Condividi anonimamente informazioni, sfoga frustrazioni, sgrida quella persona o quelle persone come preferisci, dissipa indiscrezioni e in generale divertiti!». Il link dove poter lasciare le proprie segnalazioni è ben evidenziato. C’è una sola regola: nelle discussioni non compaiono nomi, al massimo le iniziali delle persone coinvolte. Certi pettegolezzi contengono comunque tutte le indicazioni per poter risalire alla vittima presa di mira. La piazza virtuale si arricchisce di una nuova discussione circa ogni ora. Al dibattito partecipano soprattutto donne, mogli dei militari o soldatesse di stanza a Vicenza. Il fondatore ha così dato vita a una sorta di confessionale dei soldati, dove si infrange ogni tabù. Uno degli argomenti principali è il sesso, ma si parla anche di droga e alcol. Ad attirare maggiormente l’attenzione degli utenti sono le discussioni che riguardano l’infedeltà coniugale. Spesso qualcuno viene preso di mira per l’aspetto fisico, il modo di vestire o il proprio comportamento. E viene messo alla gogna. Nel calderone finiscono i soldati e i civili, le loro famiglie e i loro parenti.

LE INDAGINI. Ad accusare apertamente la comunità che raccoglie pettegolezzi della morte di Williams è una utente del gruppo, Michela Eva. Che il giorno seguente al dramma ha scritto: «Tutti sappiamo che quello che è successo a quel ragazzo è accaduto per colpa delle persone di questa pagina». La procura ha aperto un fascicolo e martedì scorso è stata effettuata l’autopsia. Fonti investigative fanno sapere che nell’alloggio del militare statunitense non sono stati trovati biglietti di addio e che il giovane stava vivendo un periodo difficile. Anche alla Del Din qualcosa si è mosso. Negli ultimi giorni il personale militare e civile sarebbe stato tenuto a rapporto sul corretto uso di internet. Dal comando assicurano che è in corso un «monitoraggio» della pagina Facebook. Se ne sta occupando il 509° battaglione trasmissioni, che sta cercando di risalire al fondatore del gruppo. È improbabile che utilizzi un computer facilmente rintracciabile dagli esperti informatici; le discussioni verrebbero gestite tramite uno smartphone. «Il comando prende le distanze e si dissocia dal contenuto del gruppo, perché contrario a tutti i valori di dignità, rispetto delle persone e delle istituzioni, e a tutti i valori dell’esercito degli Stati Uniti», fanno sapere dalla Ederle.

Matteo Bernardini Valentino Gonzato

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