VICENZA. Televendita di oggetti preziosi spacciati per antichi: la Finanza ha sequestrato gioielli per 150mila euro e denunciato l'orafo vicentino P.S., 50 anni, collaboratore di una società che attraverso programmi televisivi andati in onda su un canale di televendita a copertura nazionale, proponeva l’acquisto di gioielli di recente fabbricazione spacciandoli, invece, per pezzi risalenti al XIX Secolo, quindi di maggior pregio e valore.
In particolare, i finanzieri del nucleo di polizia tributaria di Vicenza, al termine di una diretta televisiva, hanno perquisito la sede della società orafa vicentina con il conseguente sequestro degli oggetti preziosi promossi in televendita (75 monili, riproduzioni di pezzi antichi, per un controvalore di circa 150 mila euro) nonché di corposa ed eterogenea documentazione contabile ed extracontabile, al fine di stabilire, attraverso perizia, l’effettiva genuinità e provenienza dei preziosi.
L’esame di quanto posto in sequestro, che ha riguardato, altresì, i file audio/video di diverse puntate delle televendita ha permesso di accertare che gli oggetti promossi in vendita (spille, collane, anelli e bracciali) non erano gioielli antichi, bensì delle loro riproduzioni.
Le indagini su documenti contabili sequestrati hanno accertato che, nel periodo dal maggio scorso (cioè da quando sono iniziati i rapporti economici del vicentino con le aziende campane fornitrici) sino a metà novembre, la società vicentina ha venduto, attraverso le televendite, oltre 3 mila oggetti preziosi, pari ad un importo complessivo di circa 3 milioni di euro. I clienti erano costituiti prevalentemente da persone anziane, appassionate di televendite, dislocate sull’intero territorio nazionale, che hanno speso, per ciascun pezzo, anche oltre 5 mila euro.