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Furbetti dei rifiuti
Dopo la chiamata
prime 150 sanzioni

Aim Ambiente ha effettuato un monitoraggio per misurare l’utilizzo delle chiavette elettroniche
Aim Ambiente ha effettuato un monitoraggio per misurare l’utilizzo delle chiavette elettroniche
Aim Ambiente ha effettuato un monitoraggio per misurare l’utilizzo delle chiavette elettroniche
Aim Ambiente ha effettuato un monitoraggio per misurare l’utilizzo delle chiavette elettroniche

Dalle parole ai fatti per scovare i furbetti dei rifiuti. Se siete tra coloro che non utilizzano la chiavetta elettronica per depositare l’immondizia nei cassonetti a calotta, attendetevi in autunno una lettera dal Comune con qualcosa in più di un richiamo. Palazzo Trissino sta per confezionare un centinaio di avvertimenti: i trasgressori rischiano una multa fino a 150 euro.

UTENZE AL SETACCIO. Le lettere partiranno dopo che Aim Ambiente avrà consegnato agli uffici dell’assessorato alla progettazione e alla sostenibilità i nominativi degli utenti indisciplinati. La stretta sui maleducati prende le mosse da un’indagine che il Comune ha commissionato all’azienda di contra’ Pedemuro San Biagio: su un campione analizzato di 1.500 posizioni, l’analisi ha permesso di accertare che circa 300 utenze (pari al 20 per cento della quota messa sotto la lente di ingrandimento) non usano con regolarità il dispositivo elettronico con il quale conferire il secco nei cassonetti automatizzati. Aim poi ha effettuato una scrematura successiva contattando le famiglie in questione. La metà di queste ha fornito una motivazione plausibile, specificando di essere assente da casa, o in contenzioso con l’azienda o ancora di avere un contratto in fase di chiusura. Dagli altri 150 circa, invece, il silenzio assoluto. Tra questi c’è chi addirittura non ha mai ritirato la chiavetta. Un fatto che sorprende perché gli utenti del campione preso a riferimento sono residenti nei quartieri che per primi, tre anni fa, hanno adottato il sistema a calotta: San Pio X e Villaggio del Sole.

«CACCIA ALL’INCIVILE». «Non si tratta di una caccia al furbo, ma all’incivile», osserva l’assessore Antonio Dalla Pozza che spiega il senso di questo giro di vite: «Il lavoro che stiamo facendo con la raccolta differenziata e con il contenimento delle tariffe della Tari rischia di essere vanificato dall’inciviltà di qualcuno». Per questo motivo, annuncia , «in autunno il Comune invierà delle lettere a queste famiglie, richiamandole al rispetto dell’ordinanza sui rifiuti, la cui violazione prevede una sanzione fino a 150 euro». Il timore, infatti, è che la piaga dei sacchetti abbandonati ai piedi dei cassonetti abbia proprio in questa tipologia di utenti i suoi colpevoli.

IL FUTURO DELLA TARI. Il monitoraggio ha anche un altro scopo: preparare il terreno per il sistema di calcolo della tariffa rifiuti che verrà. «Un domani sarà possibile calcolare in modo puntuale la Tari sulla base del numero di conferimenti - riprende Dalla Pozza -. Esisterà una quota base per tutti e poi la tariffa sarà commisurata alla quantità di rifiuti prodotta. Chi produce meno, pagherà di meno». Per centrare l’obiettivo, «prima occorrerà entrare completamente a regime con il sistema. Da settembre installeremo le calotte anche nel quartiere Italia e a San Bortolo». Un sistema che al momento «ci consente avere una delle tariffe più basse d’Italia». A confermarlo è anche l’indagine nazionale del Servizio politiche territoriali della Uil, secondo la quale Vicenza è tra i 15 capoluoghi di provincia con i costi più bassi. Con 210,52 euro (quest’anno la tariffa ha subìto un rialzo del 3 per cento) è sotto la media nazionale di 295,40 euro. Se poi si considerano i Comuni con meno di 100 mila abitanti, la città risale la classifica. «Un traguardo - conclude l’assessore -. Siamo riusciti a mantenere bassa la tariffa e avvicinarci al 70 per cento di raccolta differenziata, pur non adottando ovunque il porta a porta, che comunque riguarda il 20 per cento dei 55 mila utenti complessivi. Intendiamo estendere questa formula il più possibile, anche se per una città come Vicenza, con grandi complessi edilizi, la gestione del porta a porta è più difficoltosa».

Laura Pilastro

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