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Vicenza

Ferito da petardo
rimase quasi cieco
Maxi risarcimento

I classici botti di fine anno esposti in un negozio. ARCHIVIO
I classici botti di fine anno esposti in un negozio. ARCHIVIO
I classici botti di fine anno esposti in un negozio. ARCHIVIO
I classici botti di fine anno esposti in un negozio. ARCHIVIO

Quando si avvicinò per vedere, non poteva sapere cosa conteneva quella scatola. Il petardone gli esplose in faccia, causandogli ustioni di primo e secondo grado e soprattutto una grave lesione all’occhio sinistro, dal quale - nonostante gli interventi e le cure - non vede quasi più. Per questo i giudici gli hanno riconosciuto un risarcimento ingente: quasi 250 mila euro oltre alla rivalutazione e agli interessi. A pagarli sarà chi gli aveva fatto quello “scherzo”, e cioè un suo conoscente. La corte d’Appello di Venezia ha infatti confermato la sentenza di primo grado, ed ha condannato Andrea Moresco, oggi 35 anni, di Vicenza, strada di Settecà, al risarcimento oltre al pagamento delle spese legali.

Il grave incidente avvenne in città, nella zona di Settecà, il 14 dicembre 2006. F. B. (le iniziali a ragione della tutela sanitaria, vista l’invalidità subita) aveva 18 anni ed era andato a passare il pomeriggio, dopo la scuola, dalla nonna, che abitava nella zona di Bertesinella. Era uscito per divertirsi a scoppiare qualche petardo nelle campagne che dividono la città da Torri di Quartesolo quando aveva incontrato Moresco, 25 anni, che abitava in zona. Anche il giovane stava giocando con i botti, inizialmente in compagnia di altre persone che poi si erano allontanate.

Quanto avvenne è stato discusso a lungo nelle aule di tribunale. Stando alla ricostruzione di F. B. (assistito dall’avv. Caruso), lui stava giocando da solo a qualche distanza dall’altro, accendendo i petardi per farli esplodere poco lontano. Aveva sentito un rumore, si era girato e si era accorto che Moresco gli aveva lanciato una scatola; si era chinato per raccoglierla ed era scoppiata, ferendolo gravemente. Quindi era stato soccorso da Moresco, che si era scusato («pensavo capissi che era uno scherzo») e lo aveva accompagnato dalla nonna, che poi aveva provveduto a portarlo in ospedale. Moresco (avv. Rossi) invece aveva sempre sostenuto che era il giovane aveva commesso una bravata: sapeva bene cosa conteneva la scatola e aveva voluto rischiare.

In primo grado, il giudice Colasanto aveva dato ragione al ferito; una sentenza confermata di recente anche a Venezia. Secondo la Corte, Moresco non aveva avvertito lo studente del pericolo, e pertanto adesso dovrà provvedere al risarcimento.

Diego Neri

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