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Aveva 80 anni

Economia in lutto
Si è spento
Pietro Marzotto

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Pietro Marzotto, 80 anni. ARCHIVIO
Pietro Marzotto, 80 anni. ARCHIVIO
Pietro Marzotto, 80 anni. ARCHIVIO
Pietro Marzotto, 80 anni. ARCHIVIO

Lutto nel mondo dell'economia, non solo vicentina. È morto oggi l’imprenditore Pietro Marzotto, all'età di 80 anni. Marzotto si è spento all'ospedale di Portogruaro, dove era stato ricoverato per complicazioni cardiache. Figlio del conte Gaetano Marzotto, ultimo di sette fratelli, aveva guidato il gruppo tessile di Valdagno per 16 anni e aveva ricoperto anche il ruolo di vicepresidente di Confindustria. 

 

Era entrato nella Marzotto il primo gennaio 1968 portandola a diventare una multinazionale. A lui si deve l’intuizione di diversificare le attività del gruppo di famiglia, dal tessile alla confezione. Marzotto si laurea in Giurisprudenza a Milano, svolgendo nello stesso tempo un periodo di apprendistato come semplice operaio negli stabilimenti di Mortara e Valdagno. Nel 1971 diventa direttore delle attività tessili della famiglia; l’anno dopo amministratore delegato, nel 1980 vicepresidente esecutivo. Nel 1991, la Marzotto acquisisce la tedesca Hugo Boss, alla quale verrà poi dato un ulteriore rilancio nel 2002 quando il gruppo rileva dalla Hdp dei Romiti la maison Valentino, risanandola e quotandola in Borsa separatamente nel 2005 (mantenendone la maggioranza).

 

Si è sposato tre volte, l'ultima a 71 anni nel gennaio 2009. Lascia quattro figli, Marina, Umberto e Italia, avuti dalla prima moglie Stefania Searle, e Pier Leone, nato dalla relazione con Titti Ogniben. Da tempo aveva lasciato la "sua" Valdagno per ritirarsi a Valle Zignago, nella laguna di Caorle.

 

«Con Pietro Marzotto se ne va un uomo che ha lasciato un segno molto importante nella storia industriale vicentina e nazionale, in particolare dagli anni Settanta agli anni Novanta del secolo scorso - commenta Luciano Vescovi, presidente di Confindustria Vicenza -. Assunse ruoli di vertice in azienda fin dai primi anni Settanta, in un periodo storico estremamente delicato per le imprese e per l'Italia, con le tensioni sociali che ancora sentivano gli echi del '68 e avevano vissuto proprio a Valdagno e alla Marzotto uno degli episodi di protesta più eclatanti verificatisi in quegli anni nel paese». Marzotto, prosegue Vescovi, «seppe tenere il timone fermo in quel frangente e poi ancora per molti anni, diventando il protagonista di una lunga stagione di sviluppo e di successo dell'azienda in tutto il mondo». Vescovi ricorda inoltre che Marzotto guidò la territoriale vicentina dal 1983 al 1987. «Si era da tempo ritirato dalla vita economica e sociale vicentina, ma la sua impronta di uomo di impresa e di grande visione rimarrà a lungo come riferimento importante per tutti noi», conclude.

 

«Salutiamo un uomo dal carattere forte e un imprenditore che per decenni è stato interprete di una realtà produttiva ed economica che ha fatto storia nel Veneto e in Italia». Così il presidente della Regione del Veneto ricorda il conte Pietro Marzotto. «Ho sempre pensato – prosegue Zaia – che Marzotto fosse una persona schietta. Sin da giovane, quando decise di entrare in quella fabbrica di cui era proprietaria la sua famiglia, da operaio, da apprendista, quasi a voler toccare con mano le basi sulle quali poggiava uno dei più grandi gruppi tessili italiani. Un modo concreto, il suo, ma anche lungimirante e moderno, di affrontare il lavoro e l’impresa, che lo ha portato a essere per trent’anni alla guida dell’industria di Valdagno, fino a trasformarla in una multinazionale. Lo stesso atteggiamento che lo ha indotto solo pochi anni fa a intraprendere una nuova avventura nel settore dell’alimentazione, cedendo la sua partecipazione nella storica azienda di famiglia».

 

«Pietro Marzotto, un imprenditore vero e un innovatore – lo ricorda così Achille Variati, sindaco e presidente della Provincia di Vicenza –. Negli anni della crisi del tessile, che aveva messo in difficoltà il gruppo, ne risollevò le sorti, lanciando un nuovo piano industriale e acquisendo marchi prestigiosi come Hugo Boss e Valentino, meritando rispetto e considerazione nel mondo. Un uomo a cui non sono mancati determinazione e coraggio per aprire strade nuove, rischiando capitale e ottenendo risultati di successo. Il mondo del lavoro e l'economia vicentina e italiana gli devono molto».

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