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Vicenza

Doppio intervento
sul cuore malato
S. Bortolo record

Medici impegnati in un intervento di cardiochirurgia. ARCHIVIO
Medici impegnati in un intervento di cardiochirurgia. ARCHIVIO
Medici impegnati in un intervento di cardiochirurgia. ARCHIVIO
Medici impegnati in un intervento di cardiochirurgia. ARCHIVIO

Franco Pepe

Una nuova valvola aortica dentro la vecchia protesi usurata. Una clip sulla valvola mitrale semichiusa per normalizzare il flusso sanguigno. Un doppio intervento, durato due ore e mezza in anestesia generale, perfettamente riuscito, sul cuore stanco e affaticato di un pensionato di 82 anni di Thiene. Lo effettua il primario di cardiologia Angelo Ramondo proiettando il San Bortolo fra i primi centri dell’olimpo italiano e internazionale del settore. Di interventi di questa complessità, in contemporanea sulle due valvole, fino ad oggi al mondo ne sono stati eseguiti pochissimi.

GLI SCOMPENSI. L’uomo, già operato in passato, non a Vicenza, per la sostituzione della valvola aortica, soffriva di continui scompensi cardiaci. La protesi, impiantata anni fa nel cuore, non funzionava più, ed era andata degenerando provocando una grave insufficienza aortica. Un problema drammatico associato ad una altrettanto pesante insufficienza mitralica, che costringeva l'anziano a continui ricoveri in ospedale. Il ventricolo sinistro contiene la valvola mitrale, che controlla il sangue in entrata dall’atrio sinistro, e la valvola aortica, che consente al sangue di uscire e di irrorare gli organi del corpo. Ebbene, questo meccanismo era andato in avaria, e il sangue, invece di andare avanti all'interno del circuito cardiaco, veniva respinto, causando collassi a ripetizione. Respiro affannoso, incapacità di fare il minimo sforzo, qualità della vita ridotta quasi a zero. Durante l’ultimo ricovero i medici dell’ospedale di Santorso ne hanno, perciò, consigliato il trasporto a Vicenza. Un’operazione di cardiochirurgia, a cuore aperto, si prospettava però estremamente pericolosa.

L’INTERVENTO. Così al San Bortolo il primario ha programmato subito l’intervento. Venerdì il paziente è entrato in sala operatoria. Prima la valvola aortica. In passato si ricorreva alla chirurgia aprendo il torace e bloccando il cuore. Oggi il cardiologo interventista usa una tecnica mini-invasiva che si chiama Tavi, Transcatheter aortic valve implantation, senza, quindi, necessità di aprire i ventricoli e di sottoporre il paziente allo stress della circolazione extracorporea. Attraverso un catetere inserito nell’arteria femorale, a livello inguinale, Ramondo è entrato dentro la valvola aortica, ha schiacciato la vecchia protesi e ne ha inserito una nuova in materiale autoespandibile. Poi la valvola mitrale. Quando il cuore batte, gli atri si contraggono e spingono il sangue nei ventricoli: i lembi della valvola mitrale e della tricuspide si aprono per lasciar scorrere il sangue. Poi i ventricoli si contraggono per pompare il sangue fuori dal cuore, e i lembi della mitrale e della tricuspide si chiudono formando una barriera e impedendo al sangue di rifluire. In questo caso i lembi non erano più elastici e la valvola non riusciva più a sigillarsi. Il sangue tendeva a rientrare nell’atrio sinistro.

CASO RARO. Ramondo, anche qui, con una tecnica non invasiva, sotto guida ecografica e angiografica, ha punto la vena femorale e poi ha spinto all’interno, oltre il setto interatriale, nell'atrio sinistro, una clip per posizionarla a livello dei lembi mitralici, pinzettarli, stringerli e chiudere il più possibile l’area in cui il sangue ritornava all’indietro. Molto rari, come detto, gli interventi sulle due valvole, una dopo l'altra, nella stessa seduta. L’uomo sta bene, il suo cuore pompa come fosse giovane, e domani farà ritorno a casa.

Franco Pepe

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