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Vicenza

Dopo la missione
soldato americano
stupra fidanzata

Il militare era di stanza alla Del Din
Il militare era di stanza alla Del Din
Il militare era di stanza alla Del Din
Il militare era di stanza alla Del Din

Ore 18 Dalla Ederle arrivano nuovi dettagli sulla vicenda. In una nota ufficiale i portavoce fanno sapere che il soldato semplice, precedentemente in forza alla 173^ Brigata Aviotrasportata di stanza alla Caserma Del Din, è stato sottoposto al giudizio di una corte marziale a Vicenza nel maggio 2016 e riconosciuto colpevole per produzione e possesso di materiale pedo-pornografico e reato di allontanamento illecito – procedimento che si è concluso con l’arresto. Il Governo degli Stati Uniti non ha giudicato il militare per altri reati in quanto, per gli stessi, le autorità italiane hanno conservato la propria giurisdizione. A causa della riconosciuta colpevolezza il giovane è stato condannato a 30 mesi di reclusione oltre ad essere stato degradato e congedato con disonore dall’Esercito. Il militare sarà inoltre inserito nel registro nazionale statunitense dei criminali resisi colpevoli di reati a sfondo sessuale. Attualmente sta scontando la pena in un penitenziario negli Stati Uniti. L’esercito statunitense prende in seria considerazione tutti i crimini di questo tipo e adotta ogni misura disponibile per indagare e, se necessario, consegnare alla giustizia chiunque sia ritenuto responsabile di tali azioni.

 

VICENZA. Quando è tornato dalla missione in Afghanistan, quattro mesi in un teatro di guerra, «era cambiato». Geloso, aggressivo, violento. Avrebbe stuprato la sua fidanzata in diverse occasioni, l'avrebbe picchiata, insultata, minacciata, anche diffamata. Un incubo. Fino a quando lei, esasperata, non aveva trovato la forza di denunciarlo. E lui, di lì a poco, era stato trasferito dal comando americano in un base in Corea del Sud.

L'INCHIESTA. Nei mesi scorsi la procura, con il pubblico ministero Gava, ha chiuso le indagini a carico di D.D.H., 26 anni, cittadino americano, oggi in Corea (le iniziali sono a tutela dell'ex fidanzata, altrimenti riconoscibile). Il giovane militare statunitense, già di stanza alla caserma Del Din di via Ferrarin, è indagato per violenza sessuale, lesioni personali, minaccia grave, ingiurie e diffamazione dopo le indagini dei carabinieri della Setaf. La procura ora valuterà se chiedere il rinvio a giudizio oppure se archiviare l'inchiesta, che era nata dalla denuncia di una vicentina che oggi ha 20 anni.

 

LA RELAZIONE. I due giovani si sono conosciuti ancora nel novembre 2012, quando la presunta vittima aveva da poco compiuto 16 anni e il militare ne aveva 22. Dopo essersi frequentati qualche mese, i due si sono fidanzati nonostante la ragazza fosse ancora minorenne e fosse consapevole che lui, a dispetto comunque della giovane età, si era sposato e poi divorziato negli Stati Uniti prima di essere assegnato, come missione, a Vicenza. «Mi ha spiegato che lo aveva fatto per ricevere più soldi di assegni famigliari dall'amministrazione militare americana e consentire alla moglie, di origini argentine, di ricevere la carta verde per vivere negli Usa».

 

IL RITORNO. Il militare era partito per l'Afghanistan, ma la coppia aveva continuato a sentirsi. Al rientro, dopo aver vissuto da vicino la guerra, il parà però è cambiato. In particolare, era gelosissimo, anche per nulla. «Una sera - ricostruisce la vicentina - eravamo nel locale di Costabissara "Tu candela" quando mi ha aggredita con sberle e pugni. Da allora ho subito molte aggressioni fisiche, una volta mi ha colpita anche con la cintura dei pantaloni sulla schiena lasciandomi segni per una settimana». Nel corso di una lite, la ragazza si è ferita con un coltello che aveva afferrato per difendersi.

 

GLI STUPRI. «Diego ha preteso più volte con la forza dei rapporti sessuali nonostante io mi rifiutassi». Avvenivano nell'abitazione di lei, dove viveva con i genitori, durante il fine settimana, quando il militare era libero dal servizio e si ubriacava, «diventando cattivo e aggressivo». «Finiva sempre col perdere il controllo, mi buttava a forza sul letto, mi colpiva con pugni e calci e mi teneva ferma. Una volta ci è mancato poco che mi soffocasse. Succedeva un paio di volte al mese». La giovane ricorda violenze avvenute anche in alberghi di Verona e Padova.

 

LE MINACCE. L'indagato in alcune circostanze avrebbe anche riferito informazioni false sul suo conto ad altre persone. E poi l'avrebbe minacciata che avrebbe fatto del male ai suoi parenti se lo avesse denunciato. Quando lei ha trovato il coraggio di denunciarlo, lui l'avrebbe tormentata per qualche tempo, minacciandola anche di pubblicare delle fotografie della vicentina nuda su Facebook. Ma lei a quel punto si è rivolta ai carabinieri. Le indagini avrebbero consentito di avere conferma di alcuni episodi denunciati. 

Diego Neri

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