VICENZA. Una richiesta d’aiuto ogni tre. Un centinaio ogni anno. Il numero dei casi di violenza contro le donne sono sostanzialmente stabili, dal 2012 a oggi. Ma è difficile censirli perché denunciare maltrattamenti, minacce, violenze fisiche e psicologiche, è un passo che prefigura un coraggio inimmaginabile. Il CeAv, Centro Antiviolenza, traccia un quadro dei maltrattamenti, in città e nei paesi della cintura urbana che facevano riferimento all’ex Ulss 6, a pochi giorni dalla Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne, in agenda il 25 novembre. E lancia un appello per una più incisiva azione di rete, per favorire una cultura di parità e rispetto.
Dalla sua nascita, cinque anni fa, il CeAv, in stradella dei Cappuccini, ha preso in carico 578 situazioni di violenza o maltrattamento. La cifra, per inciso, si traduce in 1.105 contatti, richieste di consulenza, orientamento, informazioni. «Il numero dei casi rimane stabile - osservano Laura Zanichelli e Maria Zatti, presidente e vice presidente di Donna chiama donna - ma si aggravano le modalità della violenza».