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Vicenza

Ditta si trasforma
in abitazione
per i terremotati

Gli alloggi per i dipendenti allestiti nella sede della TigamaroUn edificio pesantemente danneggiato dal terremoto a Tolentino
Gli alloggi per i dipendenti allestiti nella sede della TigamaroUn edificio pesantemente danneggiato dal terremoto a Tolentino
Gli alloggi per i dipendenti allestiti nella sede della TigamaroUn edificio pesantemente danneggiato dal terremoto a Tolentino
Gli alloggi per i dipendenti allestiti nella sede della TigamaroUn edificio pesantemente danneggiato dal terremoto a Tolentino

A Tolentino, paese delle Marche con più di 4.000 edifici lesionati e 12 mila sfollati su 20 mila abitanti, per alcune delle vittime del sisma ci sono fabbriche che sono diventate abitazioni. È il caso della Tigamaro, azienda che l’imprenditore vicentino Luca Bortolami ha rilevato due anni fa. Oggi lì si dorme, si cucina, si accudiscono i bambini. In poche parole: non solo si lavora ma si vive.

SENZA CASA. La Tigamaro occupa 110 dipendenti, sono soprattutto donne abili a cucire pellami che diventano accessori per grandi marchi della moda. Sono loro quelle che vengono definite le “risorse umane”. È un termine freddo e distaccato. Persone rende molto meglio l’idea. Le fabbriche sono fatte di persone senza le quali le aziende non sono. Persone che diventano famiglie e territorio dove l’impresa responsabile assume un ruolo che va oltre il profitto. Mai come nelle situazioni di crisi questo diventa evidente. Figuriamoci in una zona terremotata dove migliaia di persone rimangono senza un tetto. «Dopo la scossa di domenica 30 ottobre - spiega Bortolami - ho fatto eseguire un sopralluogo da un ingegnere strutturale. L’azienda, costruita nel 2008 con regole antisismiche era perfettamente agibile. Il giorno dopo, tuttavia, mi sono sorpreso a vedere arrivare al lavoro una trentina di persone. Non mi aspettavo nessuno data la gravità della situazione; ero sbalordito e grato della presenza dei miei dipendenti in un momento difficile e mi è sembrato normale chiedere: cosa posso fare io per voi, per le vostre famiglie, di cosa avete bisogno?».

LA CASA IN AZIENDA. La risposta non si è fatta attendere. «Ho acquistato dei materassini e attrezzato la fabbrica in parte come dormitorio, messo a disposizione docce, cucina e dispensa - prosegue - e esteso la copertura assicurativa oltre l’orario di lavoro per tutti coloro che volevano trasferirsi qui. Tra i pochi punti di rifermento della vita ci sono la casa e il lavoro; se la casa viene meno l’azienda si deve prendere cura delle proprie persone. Senza di loro non siamo nulla». Il giorno stesso in azienda hanno dormito una quindicina di persone, due giorni dopo erano già 85, oggi sono una ventina. A quattro giorni dal terremoto tutte le 110 persone erano tornate al lavoro e la produzione è ripresa a pieno ritmo.

IL LAVORO. La Tigamaro produce per marchi come Prada, Armani, St. Laurent, Mont Blanc, Ralph Lauren. «Consegneremo tutto in tempo, come previsto - spiega l’imprenditore- anche se, e la cosa mi ha sorpreso trattandosi di multinazionali, tutti ci hanno detto che non si sarebbero rivolti altrove ma avrebbero in ogni caso aspettato che riprendessimo la produzione». La fabbrica aperta di Bortolani è stata imitata da altre aziende della zona. «Per la Tigamaro è stata una grande soddisfazione essere riconosciuta per questo ruolo sociale negli incontri istituzionali - dice -. Per me la soddisfazione più grande è stata aver visto persone che in azienda hanno trovato conforto e nella fabbrica un luogo da cui ripartire».

LE FAMIGLIE. Mamme al lavoro, bimbi al sicuro. In una Tolentino ancora in piena emergenza, con la paura di scosse che si susseguono incessanti, in azienda la vita va avanti. Le scuole sono ancora chiuse, ma da qualche giorno l’outlet dell’azienda è si è trasformato in uno spazio per bambini e ragazzi. Due educatrici abilitate si occupano dei figli delle dipendenti che lavorano sapendo i loro bambini in un posto sicuro. Si gioca con attrezzature comprate appositamente dal titolare, si impara, si studia. La vita va avanti.

Cinzia Zuccon

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