<img height="1" width="1" style="display:none" src="https://www.facebook.com/tr?id=336576148106696&amp;ev=PageView&amp;noscript=1">
Vicenza

Disabili, famiglie
all'attacco
«Sos rette»

Preoccupazione per le famiglie dei disabili e per i gestori delle strutture
Preoccupazione per le famiglie dei disabili e per i gestori delle strutture
Preoccupazione per le famiglie dei disabili e per i gestori delle strutture
Preoccupazione per le famiglie dei disabili e per i gestori delle strutture

VICENZA. Nel giro di 3 anni, le rette dei centri diurni dovranno essere uniformi non solo nel Vicentino, ma in tutto il Veneto. A stabilirlo è la nuova delibera regionale in materia di disabilità, la numero 740, entrata in vigore il 1° luglio. Come sarà gestito, però, il processo che porterà al nuovo scenario, nel quale le quote saranno uguali per tutti? È il tema sul quale si stanno interrogando gli enti gestori vicentini, un argomento che sta creando non poche preoccupazioni tra le famiglie dei circa 600 utenti portatori di handicap dell’Ulss 8.

LE RETTE. Al momento, la situazione è a macchia di leopardo, con situazioni differenti sul territorio. In ambito semiresidenziale, la retta di ogni utente è garantita per il 70 per cento grazie a fondi erogati dalla Regione all’Ulss (parte sanitaria) e per il 30 per cento dai Comuni (parte sociale). Lo scenario, però, non è omogeneo neanche all’interno della stessa azienda sanitaria Berica, con rette diverse a seconda che i centri si trovino nel territorio dell’ex Ulss 5 o dell’ex Ulss 6. «La delibera stabilisce che in 3 anni si devono raggiungere le rette di riferimento stabilite a monte dalla Regione - spiega il portavoce degli enti gestori dell’Ulss 8 Cornelio Dalla Valle -. Cosa significa, però, questa gradualità? Nel testo si parla di un adeguamento pari al 30 per cento all’anno, ma cosa si intende, precisamente, con questa indicazione? Quali saranno gli standard operativi richiesti ai gestori? Siamo felici di questa disposizione, ma non sappiamo come verrà governato il processo per arrivare all’obiettivo. Cooperative e fondazioni sono preoccupate in quanto sono in attesa di ulteriori delibere e circolari applicative che vadano a dettagliare il percorso. È un momento di attesa e di grande preoccupazione. Dalla Regione ci aspettiamo indicazioni precise». I circa 20 enti che gestiscono i centri diurni hanno così chiesto un incontro alla direzione dell’Ulss 8 per capire come l’azienda sanitaria intenda portare avanti questo processo. Un incontro con l’Ulss è stato chiesto anche dai soggetti che gestiscono le strutture residenziali. Anche in questo caso è in programma un processo di omogeneizzazione delle rette, il quale riguarda, però, solo il territorio dell’Ulss 8. «Quello che chiediamo all’Ulss e ai Comuni è di attivare tavoli di concertazione - prosegue Dalla Valle, che è anche presidente di Federsolidarietà -. Ci rendiamo conto che le cose sono cambiate, ma l’importante è lavorare assieme e non subire decisioni calate dall’alto». A breve, gli enti dovranno firmare i nuovi accordi contrattuali per la gestione dei centri.

LE PAURE. A lanciare un grido d’allarme è in particolare il presidente dell’Anffas di Vicenza Vanni Poli. «Nelle strutture residenziali, i disabili pagano fino al 50 per cento della retta attraverso le proprie indennità - spiega Poli -. Secondo una delle nuove proposte, gli ospiti, a seconda del proprio reddito, potrebbero arrivare a pagare fino al 100 per cento della quota. In questo modo, nel giro di pochi anni, le risorse di queste persone potrebbero venire prosciugate». Preoccupazione viene espressa dal presidente dell’Anffas berico anche sul fronte dei centri diurni. «Nel momento in cui sarà applicata la delibera regionale, una delle idee è quella di chiedere un contributo alle famiglie per le attività di trasporto verso i centri diurni e per la mensa - continua Poli -. Questo, perdipiù, avverrebbe per i centri privati e non per quelli pubblici, gestiti direttamente dall’Ulss».

L’AZIENDA SANITARIA. «La riduzione della retta di cui stiamo discutendo in previsione del rinnovo della convenzione - sottolinea il dott. Salvatore Barra, direttore dei servizi sociosanitari dell’Ulss 8 -, naturalmente d’intesa con il comitato dei sindaci del distretto est, è nell’ordine dell’1 per cento, dunque un importo talmente modesto che sicuramente non può avere ricadute negative sulla qualità dell’assistenza e dei servizi forniti agli utenti e ai loro familiari, che rimangono comunque il nostro impegno prioritario. Voglio precisare inoltre che non vi è nessuna ipotesi di trasferire ulteriori costi sulle famiglie». «La qualità dei servizi dell’ex Ulss 6 è sempre stata molto alta - sostiene il presidente del comitato dei sindaci del distretto est dell’Ulss 8 Luca Cavinato -. Al momento non stiamo diminuendo alcun servizio, stiamo solo applicando quello che ci dice la Regione».

Matteo Carollo

Suggerimenti