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Vicenza

Deve essere espulso
Ingoia una lametta
Caos al San Bortolo

L'episodio ha creato trambusto al pronto soccorso del San Bortolo
L'episodio ha creato trambusto al pronto soccorso del San Bortolo
L'episodio ha creato trambusto al pronto soccorso del San Bortolo
L'episodio ha creato trambusto al pronto soccorso del San Bortolo

VICENZA. Ingoia una lametta e poi si rifiuta di eseguire una radiografia. Scene movimentate di follia al San Bortolo in pronto soccorso e nelle sale di radiologia. Protagonista un magrebino di 22 anni, privo di documenti, senza regolare permesso di soggiorno, detenuto nel carcere di San Pio X, e in procinto di essere espulso dall'Italia. Il giovane marocchino, considerato dalla forze dell'ordine soggetto socialmente pericoloso, quando ha capito che lo stavano portando in un centro di smistamento per l'identificazione e l'espatrio, ha fatto di tutto per non essere portato via. Quando ha visto le divise dei poliziotti, ha fatto il diavolo a quattro, poi, in un gesto disperato, ha messo in bocca una lametta da barba e ha deglutito. Ai poliziotti, che hanno assistito alla scena, non è rimasto altro che portare di corsa l'uomo in pronto soccorso, dove il primario facente funzioni, Francesco Corà, lo ha trasferito in otorinolaringoiatria per un intervento d'urgenza. La lametta ingerita era andata, infatti, a conficcarsi dietro l'ipofaringe, nella parte bassa della gola, incastrandosi, per cui il rischio, ad ogni movimento, era che tagliasse i tessuti delle prime vie digestive ed aeree, provocando un'emorragia che poteva essere fatale.Di qui la decisione di non perdere tempo e di portare il paziente in sala operatoria.

 

Il dott. Riccardo D'Eredità, specialista ancora giovane ma di vasta esperienza, lo ha operato subito in un ambulatorio del reparto. Il marocchino era molto agitato, ma quando il medico gli ha fatto capire che era lì soltanto per aiutarlo, non ha più opposto resistenza ed è stato facile intervenire. D'Eredità prima gli ha ispezionato la gola con il fibrolaringoscopio per individuare il punto in cui l'oggetto tagliente si era bloccato, quindi con una manovra precisa, utilizzando una pinza da sala operatoria, con la collaborazione di una brava infermiera, ha estratto con delicatezza la lametta. L'avventura, una volta rimosso l'oggetto e scongiurato il peggio per il magrebino, sembrava conclusa. Ma non è stato così. Il dott. D'Eredità, infatti, in via precauzionale, ha ordinato una radiografia con il bario, una sostanza di contrasto che deve essere ingerita, per accertare che l'uomo non avesse subìto lesioni sulle pareti intestinali. Ma non c'è stato verso. Il cittadino marocchino, non contento di aver generato il trambusto con l'ingerimento della lametta, si è rifiutato di aprire la bocca. L'esagitato è stato, quindi, condotto fuori dell'ospedale, ma ha continuato a creare scompiglio prima nell'auto della polizia strappando un pezzo di plastica e poi nell'aereo che avrebbe dovuto portarlo a Brindisi, dal quale è stato fatto scendere. Alla fine la decisione è stata quella di trasferire il giovane a Torino, dove l'odissea sembra sia terminata.

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