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Vicenza/San Paolo

Delitto Lotto
Svolta nell'indagine
Inchiesta riaperta

di Diego Neri
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Il consulente vicentino Tommaso Lotto fu ucciso a San Paolo da un commando per rapinarlo
Il consulente vicentino Tommaso Lotto fu ucciso a San Paolo da un commando per rapinarlo
Il consulente vicentino Tommaso Lotto fu ucciso a San Paolo da un commando per rapinarlo
Il consulente vicentino Tommaso Lotto fu ucciso a San Paolo da un commando per rapinarlo

VICENZA. L’attesa svolta è arrivata. Ed è giunta grazie alla consulenza di un ingegnere vicentino, che ha inventato un programma informatico per leggere le targhe di due macchine che, dalle immagini delle telecamere, risultavano illeggibili. Ora, con quei numeri di targa in mano, gli inquirenti potrebbero finalmente imboccare la pista giusta per catturare gli assassini di Tommaso Lotto, lo sfortunato consulente vicentino di 27 anni ucciso nel luglio 2012 da un commando per rapinarlo del Rolex. Il dramma era avvenuto a San Paolo del Brasile, dove la vittima lavorava.

IL DELITTO. Il professionista era in macchina con l’amico spagnolo Josè Gallardon. L’auto fu affiancata ad un semaforo da due killer in moto che spararono a Tommaso per rapinarlo dell’orologio di valore che aveva al polso. Il pubblico ministero Paolo Pecori aprì un fascicolo, per affiancare gli inquirenti brasiliani e sugli inquirenti vicentini hanno sempre confidato molto i famigliari di Tommaso (assistiti dall’avv. Mauro Meneghini), una laurea con il massimo dei voti alla Bocconi di Milano, che era a San Paolo dal settembre del 2011 e lavorava come consulente nella filiale brasiliana dello studio legale spagnolo Uria Menendez. Prima di scegliere il Brasile, aveva lavorato a Londra e a Buenos Aires. A dimostrare l’affetto che lo legava a tanti giovani, si disputa ogni anno un memorial sportivo nel suo nome.

LE INDAGINI. La polizia brasiliana arrestò due persone, poi rilasciate: a loro carico non c’erano elementi concreti, e l’inchiesta è stata archiviata. In Brasile avvengono 500 omicidi al mese; nel caso in cui non ci siano prove certe, le indagini vengono chiuse rapidamente. È per questo che il contributo della procura di Vicenza e dei carabinieri è stato determinante.

LE TELECAMERE. Fin da subito, gli inquirenti vicentini hanno collaborato con i brasiliani. I quali hanno acquisito le immagini di una telecamera privata, che aveva filmato la moto dei killer e due macchine in fuga: i tre mezzi avevano percorso una strada contromano. La moto era senza targa, mentre quelle delle due vetture erano irriconoscibili. Si tratta di immagini di bassa qualità. Per i brasiliani, materiale inutile. Per i vicentini, invece, la speranza c’era.

LA CONSULENZA. Il procuratore Antonino Cappelleri e il pm Pecori, che avevano già mandato a Madrid il brigadiere dei carabinieri Fabrizio Cannata, in servizio per la sezione della procura, esperto di indagini internazionali, hanno affidato una consulenza all’ingegnere vicentino Tommaso Occhipinti. Il quale, esperto di ingegneria dell’informazione, ha creato un programma apposito in grado di prendere le “impronte digitali” di ogni singolo carattere - lettera o numero - delle targhe in uso in Brasile. Quelle impronte sono state confrontate, con un algoritmo matematico e con indici di probabilità, alle immagini sfuocate delle telecamere. E in questa maniera sono state ricreate le targhe di quelle due auto. Gli esiti dell’indagine, sorprendenti, sono stati portati dal brigadiere Cannata a San Paolo, e consegnati al capo della polizia di San Paolo, Elisabete Ferreira, e ai responsabili della sezione omicidi. Questi ultimi li consegneranno al procuratore capo, affinchè riapra il caso. Con le targhe delle auto dei complici dei killer - una sarebbe fra l’altro intestata a uno dei due arrestati, poi rilasciati - l’inchiesta è a una svolta. E gli assassini di Tommaso, ammazzato a 27 anni per un orologio, potrebbero avere le ore contate.

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