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Defunta o irreperibile La storia del voto “fake”

Dai verbali delle primarie emergono i dettagli sulle anomalie rilevate dal comitato di garanzia
Dai verbali delle primarie emergono i dettagli sulle anomalie rilevate dal comitato di garanzia
Dai verbali delle primarie emergono i dettagli sulle anomalie rilevate dal comitato di garanzia
Dai verbali delle primarie emergono i dettagli sulle anomalie rilevate dal comitato di garanzia

Roberta Labruna Il caso delle “primarie con il morto”, nel senso che tra i votanti del 3 dicembre risultava anche una donna defunta, ha tenuto banco per giorni. Fino a ieri l’altro. Quando, dopo ulteriori accertamenti, il presidente del comitato di garanzia Tommaso Ruggeri ha gettato acqua sul fuoco e corretto il tiro: «Il voto del morto? Un caso di omonimia». Ma a chi corrisponde quel nome? Andando a scavare si scopre adesso che il nominativo in questione appartiene a Giovanna Schiavo. E che secondo l'anagrafe di Vicenza questo nome appartiene a due persone: una deceduta un paio di anni fa ed un'altra che è stata dichiarata «irreperibile all’anagrafe» l’estate scorsa. In un caso e nell’altro è curioso che quel voto in cabina si stato consentito. LA VICENDA. Ma facciamo un passo indietro. A causa di un breve blackout informatico c'è stato un momento, il giorno delle primarie, durante il quale chi stava ai seggi non ha avuto a disposizione l'anagrafe elettorale per poter controllare che chi votava aveva diritto di farlo o meno. E dunque, come ha fatto sapere nelle ore successive il comitato di garanzia delle primarie, «sono stati controllati i dati dei registri cartacei con il database degli aventi diritto». Dal controllo sono emersi 19 casi di persone che non avrebbero potuto votare. Tra questi nomi, appunto, quello di una donna: che ad un prima verifica da parte del comitato risulta essere deceduta. Ed anche se – va precisato – questi voti sono stati invalidati e le 19 anomalie, quelle verificate, sono poca cosa su 6.387 votanti, scoppia il caso. Caso che giusto un paio di giorni fa finisce anche alla ribalta nazionale. Nel Pd qualcuno si agita. Poi interviene Ruggeri a mettere i puntini sulle “i”. ARCANO RISOLTO A METÀ. Risolto l'arcano? Solo in parte. Perché se è impossibile che un morto possa aver miracolosamente votato alle primarie, è altrettanto curioso pure il secondo scenario. Dal momento che l’altra Schiavo ha il timbro della “irreperibilità anagrafica” che comporta la perdita del diritto di voto e l’impossibilità di ottenere un documento di riconoscimento. Di più: nel registro delle primarie, in corrispondenza a questo nome, non compare il seggio, né la data di nascita, né l’indirizzo e nemmeno il numero di un documento d’identità. Quindi: o la donna si è recata al seggio senza averne diritto; o qualcun altro ha speso quel nome. In ogni caso, come riconosciuto dai garanti, voto invalido. E gli altri casi anomali? Si tratta in buona parte di stranieri non comunitari o comunitari, ma non iscritti all’apposito elenco. Ma il tempo delle primarie si è chiuso, il centrosinistra ha il candidato sindaco, Otello Dalla Rosa, e in primavera arriverà un’altra chiamata alle urne: quella per le elezioni comunali. • © RIPRODUZIONE RISERVATA

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