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Vicenza

Crac della BpVi
Al processo
5 mila parti civili

È ripresa ieri l’udienza preliminare del dibattimento sul crac della Popolare
La fila degli avvocati, ieri mattina, in attesa di entrare in aula
La fila degli avvocati, ieri mattina, in attesa di entrare in aula
La fila degli avvocati, ieri mattina, in attesa di entrare in aula
La fila degli avvocati, ieri mattina, in attesa di entrare in aula

VICENZA. Ieri mattina è ripresa l’udienza preliminare del processo sul crac della Banca popolare di Vicenza.  Il giudice Roberto Venditti ha vagliato il 50 per cento delle posizioni di quanti hanno chiesto di potersi costituire parte civile. Al momento i presunti danneggiati che hanno fatto domanda di essere ammessi al processo hanno superato la soglia dei cinquemila. Entrare nel procedimento, per chi si ritiene danneggiato dal comportamento della banca e dei suoi ex vertici finiti sotto inchiesta, può essere fondamentale anche per aprire nuovi contenziosi dal punto di vista civilistico come la richiesta di revocatoria dei beni che gli imputati, da quando è scattata l’indagine della procura, avrebbero deciso di vendere o di intestare ai  familiari.  «Dopo essere stati ammessi tra le parti civili si potranno esercitare, davanti al tribunale civile, le azioni revocatorie dei beni ceduti - sostiene l’avvocato Matteo Moschini, ieri presente alla preliminare in rappresentanza di una serie di ex azionisti di BpVi -. E credo sarà un passo che intraprenderemo quasi certamente». Il passaggio non sarà comunque semplice. «Bisogna dimostrare - continua l’avvocato Moschini - che il soggetto che ha ricevuto il bene fosse a conoscenza che chi glielo ha ceduto voleva farlo in maniera fraudolente. Secondo noi in molti casi questi estremi ci sono. Vedremo quindi se gli atti di trasferimento potranno essere revocati»
 

Matteo Bernardini

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