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Vicenza

Corruzione,
i “consigli” vietati
del capitano

Ivano Tolettini INVIATO A VENEZIA «Quelle carte lì non devono andare alla Finanza. Hai capito? Non ci devono arrivare». A consigliare in termini perentori l’orafo Bernardo Capparotto, preoccupato per...
Sottufficiali della guardia di finanza durante alcuni accertamenti investigativi al computer
Sottufficiali della guardia di finanza durante alcuni accertamenti investigativi al computer
Sottufficiali della guardia di finanza durante alcuni accertamenti investigativi al computer
Sottufficiali della guardia di finanza durante alcuni accertamenti investigativi al computer

Ivano Tolettini

INVIATO A VENEZIA

«Quelle carte lì non devono andare alla Finanza. Hai capito? Non ci devono arrivare». A consigliare in termini perentori l’orafo Bernardo Capparotto, preoccupato per un sequestro di oro e preziosi privi dei documenti fiscali eseguito dalla polizia stradale al casello di Vicenza est, non è un “consulente” qualunque. È nientemeno che il capitano della Finanza Giovanni Grassi, che all’epoca, nel novembre di un anno fa, è in servizio alla Tributaria di Vicenza.

CIMICE. L’ufficiale non sa che i colleghi, guidati dal tenente colonnello Fabio Dametto, hanno collocato una microspia, su ordine del tribunale, nella Range Rover dell’imprenditore indagato per evasione fiscale. Perciò Grassi va a ruota libera, ma così facendo rischia di scrivere gli ultimi capitoli della sua carriera, che in quei giorni egli manda comunque letteralmente in pezzi. Tant’è che di lì a qualche tempo il comando generale della Finanza lo trasferisce per punizione in Sardegna, dopo avere appreso che è finito sotto inchiesta anche per corruzione. (...)

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