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Il processo

Consob e Banca
d'Italia: «Ingannati
da ex vertici BpVi»

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Palazzo Koch, in via Nazionale a Roma, sede centrale della Banca d’Italia
Palazzo Koch, in via Nazionale a Roma, sede centrale della Banca d’Italia
Palazzo Koch, in via Nazionale a Roma, sede centrale della Banca d’Italia
Palazzo Koch, in via Nazionale a Roma, sede centrale della Banca d’Italia

VICENZA. Bankitalia e Consob sono state ingannate dagli ex manager di BpVi che hanno mostrato loro carte e documenti falsi in modo che non potessero svolgere al meglio i loro ruoli ispettivo e di controllo. E questo nel corso della loro attività compresa tra gli anni 2012 e 2015. È la tesi che ieri, in aula, nel corso della tredicesima udienza preliminare del processo per il crac dell’ex Banca popolare di via Framarin, hanno sostenuto i legali dei due istituti di vigilanza che si sono costituiti parte civile nel dibattimento contro gli ex manager di BpVi e la banca stessa, accusati di aggiotaggio, ostacolo agli organi di vigilanza e falso in prospetto. 

«Se avessimo saputo il patrimonio effettivo avremmo preso provvedimenti e sanzionato BpVi. Invece ci hanno sempre dato da visionare carte false», hanno insistito i due avvocati nel loro intervento davanti al giudice Roberto Venditti. 

 

 

M.B.

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