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Comuni scialacquoni
Ma Vicenza in Italia
spende meglio di tutti

L’Italia degli sprechi non abita a Palazzo Trissino. La pubblica amministrazione spendacciona e inefficiente, di cui le cronache nazionali debordano di esempi, resta una delle palle al piede del Paese, ma gravita lontano dal municipio vicentino. Ad affermarlo è uno studio di Confartigianato nazionale, che ha messo in fila tutti i capoluoghi italiani, rilevando che il Comune di Vicenza è il più virtuoso per quanto riguarda l’efficienza della spesa pubblica. In altre parole, è il Comune che spende meno e spende meglio le sue risorse, con un risparmio del 28,9% rispetto al “fabbisogno standard”. Vicenza è nettamente in testa, basti pensare che il secondo Comune più virtuoso è Ascoli Piceno, con un risparmio del 15,2%. In fondo alla classifica c’è Caserta, che spende il 40,9% in più del fabbisogno standard.

I VIRTUOSI. Lo studio ha passato al setaccio spese e servizi offerti da tutti i capoluoghi italiani nel 2013. Una fotografia per forza di cose datata, ma da allora ben poco è cambiato. Il dossier degli Artigiani suddivide gli enti italiani in quattro categorie, dai più virtuosi ai più inefficienti. Nella fascia alta sono collocati i 21 Comuni che spendono meno dei fabbisogni standard e allo stesso tempo offrono più servizi della media: è lì che spicca Vicenza, al primo posto. Ma tra i 21 virtuosi ci sono anche altri quattro capoluoghi veneti: Verona è quinta (-10,2%), Treviso ottava (-8,9%), Belluno undicesima (-8,1%), Rovigo ventesima (-2,1%). La maggioranza dei Comuni virtuosi si trova al centro nord, con l’eccezione di Andria, sedicesima.

SECONDA E TERZA FASCIA. I virtuosi sono meno di un quinto del totale. C’è poi una seconda categoria che comprende gli enti che spendono più di quanto dovrebbero, ma a fronte di un’erogazione di servizi maggiore della media: tra questi ci sono gli altri due capoluoghi veneti, Padova e Venezia, insieme ad altri municipi collocati in prevalenza al centro nord. In terza fascia, invece, sono raggruppati i capoluoghi che spendono meno di quanto necessario, ma lo fanno perché erogano servizi inferiori alla media: è il bacino in cui galleggiano Napoli e altri 24 centri, tra i quali Pescara e Bari.

GLI INEFFICIENTI. Dietro la lavagna, infine, tutti gli altri Comuni, inefficienti: spendono troppo e offrono meno degli altri. In fondo alla classifica c’è Caserta, con una spesa del 40,9% superiore al fabbisogno standard, seguita da Reggio Calabria (+40,5%) e Rieti (+39,5%). Al sestultimo posto Roma, con una maggiore spesa del 18,3%, pari a 584 milioni all’anno in più rispetto alla linea della virtuosità.

«I FRUTTI DEL LAVORO». «Lo studio di Confartigianato conferma la bontà del lavoro svolto in questi anni dalla mia amministrazione - commenta il sindaco Achille Variati -. Il nostro obiettivo è fornire servizi di alta qualità, spendendo nel modo migliore i soldi dei cittadini senza sprechi e tenendo basse le imposte. Per riuscirci, è necessario un grande impegno di tutta la macchina comunale. Questo risultato dimostra che è possibile per un ente pubblico puntare alla massima efficienza: purtroppo, manca il riconoscimento di questo impegno da parte dello Stato che dovrebbe premiare gli enti virtuosi, e non trattarli allo stesso modo di chi non interviene su sprechi e inefficienze». «Per raggiungere questo risultato è stato necessario razionalizzare ogni voce di spesa - aggiunge l’assessore alle risorse economiche Michela Cavalieri -. È in corso un processo di miglioramento continuo su tutti i fronti che interessano il bilancio, che si fonda su tre pilastri: attenzione ai cittadini e alle imprese, rigore e trasparenza. Nonostante i 17 milioni di euro di tagli ai trasferimenti dal 2011 ad oggi da parte dello Stato, siamo riusciti a ridurre il debito da 81 a 54 milioni e a tenere basse le tasse, tanto da essere il capoluogo con la massima attrattività fiscale in Veneto».

Marco Scorzato

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